Urban Outfitters, felpa con schizzi di sangue ricorda la strage alla Kent State University. E' polemica

Urban Outfitters, felpa con schizzi di sangue ricorda la strage alla Kent State University. E' polemica
di Federica Macagnone
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Lunedì 15 Settembre 2014, 18:03 - Ultimo aggiornamento: 16 Settembre, 23:30

Con mancanza di buon senso e cattivo gusto la Urban Outfitters ha fatto scopa: il brand di abbigliamento ha messo in vendita sul sito on line una felpa universitaria che riproduce schizzi e macchie di sangue scatenando la rivolta sulla rete.

Il capo, oggetto di numerose critiche su Twitter da parte di utenti indignati, ha il logo della Kent State University: nel 1970 il nome dell'università fece il giro del mondo per una sparatoria in cui rimasero uccisi quattro studenti. La tragedia, nota come il massacro del 4 maggio o la Kent State Massacre, coinvolse numerosi membri della Guardia Nazionale dell'Ohio che spararono contro alcuni manifestanti disarmati che protestavano contro le operazioni militari in Cambogia.

In un comunicato la Kent State University si è scagliata contro la decisione del brand di vendere la felpa: «Siamo molto offesi dalla società che ha utilizzato il nostro dolore per trarne pubblicità e profitto – si legge nella nota – è una scelta di cattivo gusto e banalizza le perdite di vite che ancora oggi fanno male alla nostra comunità».

Tuttavia il pezzo unico del maglione, descritto come facente parte di una collezione "vintage", è stato venduto in men che non si dica alla cifra di 129 dollari. Poche ore dopo, con l'aumentare delle polemiche, la felpa è stata messa in vendita su ebay al costo iniziale di 550 dollari ed è già sparita dal sito.

«L'ho ordinato e sto aspettando che arrivi per inviarlo. Ideale per Halloween e per altre occasioni del genere» si leggeva nella descrizione del venditore. L'utente, travolto dalla critiche, si è difeso dicendo che «donerà il 50% del profitto alla Southern Poverty Law Center, un ente che protegge coloro che non possono difendersi e sono vittime della brutalità della polizia».

L'ondata di polemiche ha costretto la Urban Outfitters a rilasciare delle scuse: «Il capo fa parte della Vintage Collection. Le macchie di colore rosso vivo e i buchi, che certamente sembravano sangue, sono dovuti allo scolorimento della tonalità originale e i fori sono dovuti all'usura. Siamo profondamente dispiaciuti che questo capo sia stato percepito negativamente».

Ma il brand non è nuovo alle critiche per i suoi vestiti. All'inizio di quest'anno la Urban Outfitters aveva bloccato la vendita di una t-shirt sulla quale c'era ripetutamente scritta la parola “Depressione”. Il marchio, inoltre, è stato accusato di glorificare i disturbi alimentari per un maglietta in cui si leggeva la frase “Mangia meno”. Trovata pubblicitaria o no non si può certo dire che il marchio attiri la simpatia generale.