Frances frequenta una scuola di danza e danza ogni volta che può, anche tra i tavolini di un ristorante o in mezzo alla strada, e non importa se fa un capitombolo, quando cade si rialza con una noncuranza impagabile in cui c’è tutto il suo personaggio.
Attrice e sceneggiatrice Dimenticavamo: Frances probabilmente deve molto alla sua interprete, Greta Gerwig, che oltre a esserne la protagonista ha scritto il film con Noah Baumbach, già sceneggiatore di Wes Anderson e regista in proprio di commedie nevrotiche e pungenti ("Il calamaro e la balena", "Lo stravagante mondo di Greenberg").
Nouvelle Vague Ma soprattutto Frances è una vera ragazza di oggi, anche se “vive” in un film in bianco e nero pieno di musiche e tic stile nouvelle vague. Ed è una ragazza di oggi perché non avevamo mai visto una come lei su uno schermo ma ci sembra di averne incontrate parecchie, e anche se non le abbiamo incontrate esistono di sicuro: la creazione, se è solida, basta a se stessa.
Elogio del personaggio Fra i tanti modi con cui il cinema cattura un’epoca, il più sottile e persistente passa infatti attraverso i personaggi. Non c’è ritmo, dialogo, costume o stile visivo che tenga. Solo il personaggio in tutta la sua ampiezza, con il suo modo di muoversi e di stare al mondo, con quel che indoviniamo dei suoi gusti, dei suoi pensieri, dei suoi desideri segreti, restituisce nella sua pienezza e nella sua transitorietà un mondo, un ambiente, un momento storico. E "Frances Ha" (non è il suo vero cognome, ma per capire il titolo del film bisogna aspettare l’ultima scena) entra di diritto nella galleria dei personaggi-epoca accanto a figure come la Annie Hall/Diane Keaton di Woody Allen l’Antoine Doinel/Jean-Pierre Lèaud di Truffaut, o il Michele Apicella di Nanni Moretti.
Malinconia Con una sfumatura di malinconia in più, perché Frances viene da un mondo che ha cancellato l’idea stessa del fallimento o del conflitto per sostituirla con una serie infinita di aspettative. Un mondo fatto di buone scuole, buona educazione, buon reddito, genitori amorevoli e comprensivi (quelli del film sono i veri signori Gerwig, e in qualche modo si vede) che però rimanda in eterno lo scontro e a volte sospende i ragazzi in un limbo a tempo indeterminato, tra la fine degli studi e l’inizio della vita attiva e indipendente.
Adam Driver Un mondo in cui tutti dicono "Io" ma incontrarsi è difficile, perché tutti quegli "Io" sono protetti da spesse corazze di gusti, idiosincrasie, progetti, ambizioni. E hanno imparato a maneggiare l’umorismo prima del loro stesso corpo, come si vede nelle scene tenere e goffe in cui Frances ha a che fare con l’altro sesso (il primo dei suoi effimeri partner è Adam Driver, appena premiato a Venezia per il film di Costanzo, altro attore che attira i segni di un’epoca come una calamita).
Continua Impossibile insomma non voler bene a "Frances Ha", personaggio e film. Anche se è difficile non vedere le difficoltà a cui va incontro la protagonista. Con un’energia e un’incoscienza che lascia sperare, chissà, in nuove puntate
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