Dalla peste bubbonica a Celine Dion: cosa c'era nel laptop del combattente Isis

Dalla peste bubbonica a Celine Dion: cosa c'era nel laptop del combattente Isis
di Giulia Aubry
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Venerdì 12 Settembre 2014, 19:51 - Ultimo aggiornamento: 20:36
Non smette di stupire (e preoccupare) il laptop, ritrovato nel nord della Siria e presumibilmente appartenuto a un giovane studente di chimica tunisino arruolatosi nelle file di ISIS, la cui copia dell’hard disk è da giorni allo studio da parte di alcuni giornalisti della rivista di politica internazionale del Washington Post, Foreign Policy.



Il primo rinvenimento aveva evidenziato la presenza (allarmante) di alcune pubblicazioni in cui il proprietario, Mohammed S. (questo il nome indicato dai giornalisti del Foreign Policy), rifletteva sull’opportunità di utilizzare il virus della peste bubbonica – attraverso i topi o le condotte dell’areazione - contro gli infedeli.



Una strategia, quella del ventiquattrenne aspirante chimico maghrebino, non particolarmente originale poiché ripropone l’esempio “storico” di un suo illustre predecessore e omonimo, quel Maometto II il conquistatore che nel 1453 vinse la resistenza di Costantinopoli proprio lanciando oltre le mura i cadaveri dei suoi soldati uccisi dalla peste, e diffondendo così rapidamente il virus.



Di là dalle analogie con il passato, però, Mohammed S. è sicuramente un figlio dei nostri tempi. E non solo perché utilizza, per i suoi studi e le sue ricerche, un computer portatile e un collegamento a internet. Ma perché, tra discorsi jihadisti, romanzetti neo-nazisti e manuali dell’Esercito Statunitense scaricati da internet, si possono trovare file musicali con le canzoni di Celine Dion e persino di Shaggy, i verbali degli esami sostenuti all’Università, le sue foto e quelle della sua famiglia, in abbigliamento assolutamente occidentale, scattate tra il 2009 e il 2010 oltre alla ricetta per una mousse di banane, evidentemente il suo dolce preferito.



E così tra una normalità di ventenne non realizzata e l’attrazione per personaggi ambigui come Kurt Saxon - autore di libri in cui si spiega come costruire armi e munizioni “improvvisate” e frequentatore di un’ampia gamma di movimenti politici e religiosi come Il Partito Nazista Americano, Scientology e la Chiesa di Satana - la vita di Mohammed sembra quella di un giovane in crisi di identità.



Un giovane che, dopo una vita normale come quella di un suo qualunque coetaneo, si lancia nella ricerca spasmodica di una strada che lo conduca a quella che considera la verità assoluta: l’affermazione del proprio credo e la distruzione del nemico infedele che vi si oppone. E in questa ricerca scarica centinaia di file dalla rete per trovare il metodo più veloce, più efficace. E organizza il suo sapere, in maniera metodica, in cartelle dai nomi inequivocabili: terrorista, jhadi, esplosivi.



All’interno di ciascuna di esse suddivide i testi. Da quelli facilmente reperibili e di produzione occidentale, dai titoli inequivocabili - Come costruire Semtex (un esplosivo al plastico di brevetto cecoslovacco) ed esplosivi chimici, Guida al riconoscimento delle autobomba, Guida alla fabbricazione di esplosivi improvvisati, ecc. – a quelli di matrice terroristica ideologica. In entrambi i casi, però, l’ossessione distruttiva di Mohammed S. è indirizzata verso le armi chimiche.



Nella sua libreria compaiono, così, Il manuale dei Mujahideen per gli esplosivi e Il manuale dei Mujahideen per i veleni nel quale viene trattato un altro degli argomenti preferiti del giovane tunisino: la Ricina, una proteina presente nei semi della pianta Ricinus Communis e potente tossina naturale che può causare la morte cellulare. Nella prefazione di quest’ultimo testo l’autore – che si firma come Abdel Aziz – dedica il suo lavoro ai combattenti Afghani “che hanno acceso la fiamma del jihad nei cuori di ogni sincero musulmano nel mondo”.



Il computer di Mohammed S., l’aspirante chimico jihadista, continua a raccontare una storia di distruzione e a far sentire il mondo minacciato attraverso quelle allusioni, non troppo velate, alla peste bubbonica e alla ricina. Perché anche se quelli che compaiono nel suo laptop non si riveleranno essere i piani di ISIS, la storia del ventiquattrenne tunisino potrebbe non essere molto diversa da quella di altri giovani che hanno subito la fascinazione ideologica del movimento e cercano la distruzione, a ogni costo e con ogni mezzo.