Hong Kong, caos e scontri: 400 arresti, polizia usa proiettili di gomma

Hong Kong, caos e scontri: 180 arresti, polizia usa proiettili di gomma
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Mercoledì 1 Luglio 2020, 11:04 - Ultimo aggiornamento: 21:04

Hong Kong è entrata in vigore la nuova, discussa, legge sulla sicurezza nazionale imposta dalla Cina e la polizia ha già eseguito oltre 400 arresti. Dopo l’entrata in vigore della nuova legge, nel giorno del 23esimo avversario del ritorno dei territori sotto la sovranità cinese, migliaia di persone si sono riunite a Causeway Bay e a Wan Chai per protestare. Oltre alle manifestazioni pacifiche, ci sono stati anche atti di vandalismo contro i negozi. La tensione è salita al punto che la polizia è tornata a usare i cannoni ad acqua, le cartucce urticanti (a Lane Crawford) e i proiettili di gomma per disperdere la folla. Gli agenti hanno anche usato per la prima volta la nuova bandiera viola, che vale come monito ai manifestanti che utilizzano bandiere o striscioni illegali o che scandiscono cori e slogan che esprimono propositi di secessione o sovversione. Secondo quanto riferito dalle forze dell'ordine, un agente è stato ferito con un «oggetto affilato» mentre cercava di arrestare alcuni dimostranti. Sono stati eseguiti oltre  300 arresti: le accuse vanno dalla violazione della nuova legge sulla sicurezza nazionale (almeno 7 casi) alla manifestazione illegale, fino all'ostacolo al rispetto delle leggi e al possesso di armi offensive. Intanto, la grande marcia degli attivisti pro democrazia che si tiene ogni anno è stata vietata dalla polizia, ufficialmente per le cautele legate al Covid-19.



«Un reporter, che stava riprendendo l'intervento dei soccorsi medici di emergenza, è stato improvvisamente colpito alla testa dal potente getto di un idrante». Così l'attivista pro-democrazia di Hong Kong, Joshua Wong, ha denunciato su Twitter oggi l'operato delle forze dell'ordine di Hong Kong con l'hashtag #hkpolicebrutality. Wong posta il filmato che ritrae il reporter mentre viene scaraventato a terra con forza dal getto di acqua che lo colpisce precisamente alla testa e viene immediatamente circondato per essere soccorso da una serie di persone presenti sul posto.

Hong Kong, Cina vara legge sulla sicurezza nazionale. «Libertà limitate». Proteste Ue e Usa

 

 


 
 

La Cina difende la legge sulla sicurezza: no a sanzioni


Pechino respinge le «critiche esterne» sulla nuova legge sulla sicurezza nazionale tarata per Hong Kong, definendo «logiche da banditi» l'ipotesi di sanzioni su funzionari cinesi, come anticipato dagli Usa. «Cosa ha a che fare con voi? Non è un vostro affare», ha notato Zhang Xiaoming, numero due dell'Ufficio per gli Affari di Hong Kong e Macao del governo centrale. «Se avessimo voluto 'un Paese, un sistemà, sarebbe stato semplice. Possiamo imporre il diritto penale, la procedura penale e la legge sulla sicurezza nazionale e le altre norme nazionali su Hong Kong», ha aggiunto.

Fallito l'attacco dei Paesi occidentali. «Una minoranza di Paesi occidentali, tra cui la Gran Bretagna, ha attaccato e infangato la Cina» sulle questioni legate a Hong Kong, ma «la performance anti-Cina ha fallito».
Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian. Ieri 27 Paesi, tra cui Gran Bretagna, Francia, Germania e Giappone, hanno promosso un rimprovero verbale al Consiglio dei diritti umani dell'Onu di Ginevra rivolto alla Cina perché riconsideri la legge sulla sicurezza nazionale. Zhao ha osservato che un altro gruppo di 53 nazioni ha invece espresso «sostegno alle politiche della Cina su Hong Kong».

 

Regno Unito accusa Cina: grave violazione accordi


L'imposizione a Hong Kong della controversa legislazione sulla sicurezza da parte della Cina rappresenta «una chiara e grave violazione» della Dichiarazione Congiunta sottoscritta da Pechino e da Londra al tempo della restituzione dell'ex colonia britannica. Lo ha detto oggi Dominic Raab, ministro degli Esteri del governo di Boris Johnson a margine di una dichiarazione sulla questione di fronte alla Camera dei Comuni.

«Abbiamo valutato con molta attenzione i contenuti del testo della legislazione sulla sicurezza nazionale pubblicato la notte scorsa», ha sottolineato Raab, aggiungendo che la conclusione è che esso «costituisce una chiara violazione dell'autonomia di Hong Kong e una diretta minaccia alla libertà della sua gente». «Temo quindi - ha proseguito il capo del Foreign Office - di poter dire che esso è una chiara e grave violazione della Dichiarazione Congiunta, un trattato firmato dal Regno Unito e dalla Cina».

Il governo britannico si è finora riservato di annunciare reazioni o ritorsioni. Nelle settimane scorse aveva peraltro annunciato, per bocca del premier Johnson e dello stesso Raab, di essere pronto a facilitare i visti per centinaia di migliaia di abitanti di Hong Kong, in modo da creare condizioni tali da potere far loro ottenere la cittadinanza del Regno contro la pretesa cinese dell'esclusività di quella cinese.

 

 
 

Il primo arresto


La polizia di Hong Kong ha effettuato oggi il primo arresto dopo l'entrata in vigore della nuova legge sulla sicurezza nazionale, in forza dalla scorsa notte, perché un uomo portava una bandiera pro-indipendenza, in violazione della nuova legge, stando a quanto riportato dalla polizia su Twitter.

«È il primo arresto da quando la legge è entrata in vigore», ha twittato la polizia. Lunedì era stato annunciato che tra i 3mila ed i 5mila agenti sarebbero stati dispiegati a Hong Kong in vista di potenziali disordini per le proteste pianificate in occasione del 23mo anniversario del ritorno di Hong Kong sotto sovranità cinese. Il Fronte civile per i diritti umani - il gruppo che ha organizzato le più ampie marce di protesta nel corso degli ultimi mesi - aveva annunciato che avrebbe sfilato in corteo anche in assenza di autorizzazione.

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