Confcommercio: «Imprese allo stremo, giù le tasse o rischio chiusure in massa»

Confcommercio: «Imprese allo stremo, giù le tasse o rischio chiusure in massa»
di Aurora Provantini
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Mercoledì 1 Luglio 2020, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 09:27

«Si chiude, ma non per ferie». Stefano Lupi, presidente di Confcommercio Terni, segnala e lamenta la situazione drammatica in cui versano le imprese del commercio, della ristorazione e del turismo.
«Le macerie causate dal Covid-19 sono ancora fumanti - dichiara Lupi - occorre una reazione vigorosa ed energica per affrontare uno scenario di messa a rischio di attività e posti di lavoro. Gli interventi spot, limitati, frammentati, slegati da una visione complessiva della città e del territorio, non danno la giusta risposta ad un settore tanto compromesso. I commercianti vogliono fare la propria parte, ma le istituzioni ai diversi livelli di responsabilità, devono creare le condizioni favorevoli e sostenerli».
«Per quanto riguarda il centro, gli affitti eccessivamente alti necessitano di una rivisitazione anche da parte dei proprietari d'immobili. L'abbandono di firme storiche, sostitute da negozi di paccottiglia, o da distributori automatici, altro non è che il sintomo di un malessere ormai diffuso».
A settembre anche una boutique d'abbigliamento di via Goldoni, dopo 27 anni,si trasferirà in via del Tribunale. Il lockdown ha messo a dura prova tutte le attività, che si sono viste comunque recapitare le bollette della Tari riferite al periodo che va da gennaio a giugno 2020. «Come Confcommercio - afferma Stefano Lupi - abbiamo chiesto fin da subito ai Comuni di annullare la Tari a carico delle imprese. In questa situazione straordinaria le aziende non possono sostenere il costo di un servizio pubblico che non è stato erogato».
L'Arera (Autorità di regolazione energia reti ambiente) con delibera del 5 maggio 2020 in materia di «misure di tutela per le utenze non domestiche, soggette a sospensione per emergenza da Covid- 19» ha previsto, per la parte variabile, che gli enti territoriali competenti possano prevedere una riparametrazione delle tariffe applicate, in funzione dei giorni di chiusura delle attività.
«Vista la gravità della situazione e le difficili prospettive per le imprese commerciali e turistiche - continua Lupi - servono politiche urgenti, dalle ricadute certe e dirette sulle attività. I Comuni devono necessariamente agire anche sui tributi locali. Non si possono più trincerare dietro a generici problemi di bilancio pubblico, perché in ballo c'è il futuro di molte piccole imprese del terziario».
A rischio ci sono numerosi posti di lavoro «che nel nostro territorio preoccupano al pari delle vertenze già aperte sul versante industriale» sottolinea Lupi. Confcommercio Terni chiede inoltre alle amministrazioni locali un'assunzione di responsabilità vera. «Da tempo evidenzia il presidente - sosteniamo che per dare futuro al terziario, serve una nuova visione di sviluppo territoriale e a definizione di progetti innovativi, che siano in grado di misurarsi nei nuovi scenari competitivi, creando occupazione qualificata e maggiore incremento di reddito pro-capite. Non si può più aspettare. Occorre investire sul protagonismo delle medie imprese e del mondo della ricerca, evitando anacronistici approcci di natura localistica».

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