La testimonianza
«Quando sono entrato qui dentro avevo quattro o cinque anni - racconta Gianni. - Mi ricordo come la bottega di mia madre fosse un punto di riferimento per il paese e per tutte le persone che, in virtù del collegio che era attivo in quel periodo, confluivano qui. Mamma vendeva tutto: dalle scarpe ai vestiti, dai generi alimentari alle bombole per il riscaldamento. Era un emporio dove si poteva trovare ogni cosa. Mi ricordo i contadini che entravano nel negozio e dicevano: “Alessandrina, ti paghiamo dopo la trebbiatura e pagavano tutti: non ce n’era uno che non saldasse i propri debiti». Poi i tempi sono cambiati e nei piccoli borghi gli imprenditori sono stati chiamati a combattere una battaglia difficilissima contro la grande distribuzione. Una lotta impari quasi impossibile da vincere. «All’inizio della nuova gestione le cose andavano bene - raccontano Gianni e Marcello, che avevano intitolato la bottega ai “Quattro monaci”, celebre film di Carlo Ludovico Bragaglia girato a Farfa - poi però abbiamo dovuto constatare la totale assenza delle istituzioni, che non tengono conto delle difficoltà che vivono quotidianamente i piccoli imprenditori. L’unico che ci è stato veramente vicino è stato il priore dell’abbazia di Farfa, dom Eugenio, che ha tentato in tutti i modi di venirci incontro, alleggerendo un po’ l’affitto e inviando clienti per scongiurare la nostra chiusura». Che però purtroppo è arrivata. Lasciando dietro a sé un velo di tristezza e amarezza per un pezzo di storia, quasi cento anni che, di colpo, non c’è più.
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