La viticoltura ciociara dopo il Covid stenta a ripartire. Il viaggio della Uil Frosinone in due eccellenze del settore

Un vigneto di Cesanese Docg
di Annalisa Maggi
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Mercoledì 1 Luglio 2020, 05:15
Magazzini pieni, poche richieste e spese in aumento, i viticoltori ciociari alle prese con il dopo Covid. Da nord a sud della provincia il ritornello che arriva dai produttori di vino suona la stessa musica: lo stop della ristorazione, bar, pub e hotel ha messo in ginocchio un intero settore. “Adesso va un po’ meglio rispetto al periodo del blocco che è stato letale per tante aziende” ci riferisce Armando Terenzi dell’azienda vitivinicola Giovanni Terenzi di Serrone, una delle maggiori produttrici dell’etichetta Cesanese Docg. “Le aziende del nostro territorio vendono al canale Ho.re.ca. (hotel, ristoranti, bar, pub ndr.) ed essendo tutti fermi abbiamo sofferto – aggiunge Armando - in più dovevamo comunque preservare i terreni mandando avanti i lavori necessari per la nuova stagione. Le spese di gestione e i mancati incassi hanno provocato un grosso danno. I magazzini sono ancora pieni, la ristorazione è partita a singhiozzo, abbiamo annate in giacenza e la vendemmia è alle porte”. Non va meglio con l’export. “Le esportazioni sono ferme del tutto, non ci sono richieste dall’Asia all’America, quindi nel caso della mia azienda possiamo considerare perso un 30% di fatturato 2020 legato all’export. Sarà difficile che riprenderà in autunno. Confidiamo nel tardo autunno e nel Natale per ripartire ma non saranno le vendite abituali”. Il quadro tratteggiato da uno dei titolari della azienda Terenzi viene confermato dal viaggio della Uil Frosinone tra le aziende ciociare impegnate nella difficile ripartenza dopo la riapertura delle attività. Dalle testimonianze raccolta dalla segretaria provinciale, Anita Tarquini, in visita a due produttori di vino, emerge una situazione di stallo. Il direttore generale della Cantina Sociale del Cesanese del Piglio Stefano Matturro parla di “vendita di vino ferma al palo, agriturismo con prenotazioni a rilento, mentre il lavoro nelle vigne va avanti ed i costi aumentano”.. Il centro pigliese della produzione vinicola raccoglie l’uva di circa 30 piccoli proprietari di vigne e vinifica per 7 aziende: “La vendita di vino è ferma a marzo – spiega Matturro – e per due mesi e mezzi abbiamo incassato 0 euro dal circuito Ho.re.ca, vendendo qualche bottiglia solo sulla grande distribuzione. Dal web abbiamo raccolto davvero le briciole e dunque le perdite sono state pesanti. D’altro canto non abbiamo potuto fermare la lavorazione nei campi per salvaguardare le vigne e non compromettere anche la futura stagione vitivinicola, costretti dunque ad affrontare i costi di sempre, con l’aggravio di dover acquistare i dispositivi di protezione individuale per tutti i nostri dipendenti che sono stati posti in cassaintegrazione. Siamo stati costretti a lasciare a casa i collaboratori richiamandoli solo in alcune giornate”. Poche prenotazioni anche per l’agriturismo e “le spese per sanificare gli ambienti sono andate oltre il budget messo a disposizione del governo”. Molto simile la situazione descritta dall’azienda vitivinicola di Pescosolido guidata dal giovane imprenditore Danilo Scenna che riferisce di ordini annullati da parte delle attività di ristorazione e somministrazione. “Due mesi di mancate vendite e anche di riscossione dei crediti dei mesi precedenti – fa notare Scenna - incasso di fatture di gennaio e febbraio che, allo stesso modo, sono slittate”. Da Pescosolido arrivano notizie confortanti per l’export: “Fortunatamente dagli Stati Uniti e dall’Inghilterra hanno continuato a ordinare seppur in maniera minore e ciò ci ha consentito di avere un po' di ossigeno”. A rilento, dunque, la ripartenza dopo la fase d’emergenza: “Siamo ancora distanti dal ritorno al pieno ritmo – conclude Scena - Alcuni ristoranti hanno riaperto ma avendo scorte dentro preferiscono smaltirle prima di procedere a nuovi ordini. Avremmo avuto bisogno di finanziamenti a fondo perduto che non sono stati previsti, dunque non ci resta che stringere i denti ed andare avanti”. 
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