Sangemini e Amerino: la crisi si aggrava,
stabilimenti chiusi un giorno a settimana

Sangemini e Amerino: la crisi si aggrava, stabilimenti chiusi un giorno a settimana
di Aurora Provantini
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Martedì 30 Giugno 2020, 18:01

Quattro giorni di cassa integrazione a luglio e altrettanti ad agosto, con la chiusura di tutti i siti produttivi del gruppo Ami (Acque Minerali d’Italia) per 24 ore ciascun venerdì del mese. Comincia così la stagione di picco produttivo per gli stabilimenti di Sangemini e Amerino: con un paradosso. Chiusi quando si dovrebbe produrre più del solito. «Ciò che manca – secondo sindacati e Rsu – è  una rete di vendita adeguata».
Le segreterie nazionali di Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil, dopo settimane di silenzio da parte della proprietà del Gruppo Ami, manifestano tutta la loro preoccupazione sugli sviluppi della vertenza in corso.
 «Dopo gli impegni assunti al Mise, a partire dalla necessità di tenere attivo un confronto continuo con le organizzazioni sindacali, l’azienda non ha ancora risposto alle nostre due richieste d’incontro», dichiarano le tre sigle sindacali.
«Se da un lato è importante il confronto nei singoli siti produttivi, per la gestione delle fabbriche, dall’altro non è accettabile questa totale assenza a livello nazionale, a fronte del piano di rilancio da presentare, perciò non accetteremo l’idea di essere chiamati quando tutte le decisioni saranno state prese».
«Da sempre Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil - sottolineano le segreterie nazionali in una nota - hanno lavorato per una gestione costruttiva e di merito con il Gruppo Ami, con l’obiettivo di scrivere un futuro migliore per le centinaia di lavoratrici e lavoratori coinvolti. La preoccupazione è data anche dal fatto che, perfino in questo periodo di massimo consumo di acqua, il gruppo sta ricorrendo all’attivazione della cassa integrazione».
Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil auspicano la ripresa di corrette relazioni industriali a partire dalla calendarizzazione a breve di un incontro, per conoscere quanto sta succedendo a livello di Gruppo e soprattutto iniziare un confronto serio sul piano di ristrutturazione che dovrà segnare il superamento della crisi, quindi del concordato in atto, e dare certezze alle lavoratrici e ai lavoratori.
«Fai Cisl-Flai Cgil-Uila Uil, non rimarranno con le mani in mano e da subito si impegnano a sollecitare anche il tavolo ministeriale, da sempre attivo e disponibile sulla vertenza, per verificare l’evolversi della situazione e costruire le linee guida per il superamento di una fase ormai troppo lunga e complessa». 

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