Scuola e virus, per riapertura a settembre
si parte dai banchi speciali

Distanziamento dei banchi a scuola
di Remo Gasperini
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Martedì 30 Giugno 2020, 08:44

PERUGIA Chi ieri pomeriggio è entrato ignaro nella duecentesca sala dei Notari di Palazzo dei Priori, sentendo parlare di “rima buccale” ha pensato subito a un convegno letterario, magari sulla retorica. Poi, sentendo sollevare dalla dotta platea l’osservazione che “la bocca è mobile”, parafrasando mentalmente l’aria del Rigoletto ha pensato di trovarsi a un seminario degli Amici della Lirica. Ma la verità era un’altra e l’ha scoperta quando dal tavolo della presidenza il vice sindaco di Perugia Gianluca Tuteri ha pronunciato la parola PON, e poi quella “bando” e ancora “banchi monoposto”. Ecco, l’ignaro ha capito che si stava parlando di scuola, di più: di “rientro a scuola in presenza e sicurezza”. C’erano una ventina di dirigenti scolastici del primo ciclo - area sociale 2 - che ha nel comune di Perugia il capofila, e con loro i sindaci dei comuni chiamati ad ascoltare le esigenze e soprattutto a dare risposte che non ci sono state non per cattiva volontà ma perché ancora non ci sono certezze. I nuovi coefficienti per calcolare la distanza buccale di un metro nel contesto classe che prevede appunto un minimo di mobilità degli alunni che non sono paletti immobili? Non ci sono. I dati delle aule inseriti nel cruscotto informatico del ministero? Quelli che gli enti hanno da anni sulla carta? Da capire lo sconcerto dei presidi che continuano a ritenere che alla fine le decisioni spetteranno a loro «in nome di una malintesa autonomia». Nelle due ore abbondanti di riunione, ognuno ha espresso la propria opinione ed è emerso quello che da più parti si teme: di questo passo si procederà in ordine sparso. Chi è per lo sdoppiamento delle classi, chi per il doppio turno, chi per utilizzare il sabato (quasi tutte le scuole del primo ciclo ce l’hanno libero). La speranza è che con il procedere per step, come ha annunciato nei giorni scorsi la dirigente dell’Usr Antonella Iunti, ovviamente presente insieme alla ispettrice Sabrina Boarelli, si arrivi, come si dice a dama. Intanto ieri l’unico punto fermo è stato quello del PON per l’acquisto dei banchi e delle mascherine anche se, nel caso due settimane prima dell’inizio il comitato scientifico dicesse che non servono più, la spesa risulterebbe inutile. Anche sul fronte dei banchi, e qui entrano in ballo i comuni (e le province per le superiori), ci saranno differenze tra scuola e scuola. Per risparmiare, visto che le seggiole ci sono, c’è chi suggerisce di comperare solo il piccolo banco monoposto che può costare massimo trenta euro; ma per una scuola più moderna, come la reclama la ministra Azzolina, ci vogliono banchi moderni: poltroncine con il leggio e qui si raddoppia già la cifra, meglio ancora monoblocchi con ruote e si parla subito di più di cento euro. Vedremo. Tema accennato ma non risolto quello dei trasporti: i presidi prima di mettere mano alla organizzazione chiedono la garanzia di averli assicurati, gli enti al momento possono dire «fate e poi vedremo».

La prima delle dodici riunione ha rotto il ghiaccio, le prossime undici probabilmente si gioveranno dell’uscita di regole più certe. Si spera. 

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