Uscire dalla crisi con i Patti del Lavoro
Il 2 luglio le Regioni si confrontano al Cnel

Pulizie straordinarie a una linea di montaggio
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Lunedì 29 Giugno 2020, 12:28 - Ultimo aggiornamento: 19:36
Che strade intraprendere per rilanciare l'economia italiana? Al momento se ne vedono soprattutto due. La prima è quella dell'assistenza, del ristoro: cassaintegrazione o assegno di 600 euro per chi si è fermato; aiuti a fondo perduto alle imprese; prestiti garantiti dallo Stato. In altre parole molte forme di quegli aiuti a pioggia che alcuni economisti chiamano "helicopeter money". Dall'altra piani per l'investimento di grandi risorse che dovrebbero formare quello che gli analist chiamano "Green Deal".

Entrambe queste strade rischiano di determinare ANCHE effetti deleteri come l'assistenzialismo o forme di gestione burocratica e inefficiente dell'economia.

Esiste però una terza direttrice, che non esclude ma completa e concretizza politiche industriali nazionali e interventi di welfare, ossia una serie di patti territoriali condivisi fra pubblico e privato che utilizzino le risorse disponibili e ne investano di nuove coprendo l’ultimo miglio delle politiche nazionali con un percorso partecipativo a doppia elica: così aiutando subito persone e imprese e iniziando a cambiare il modello produttivo e sociale.

Di questo modello, in particolare dell'esperienza di successo del Patto per il Lavoro dell’Emilia-Romagna si parlerà il 2 luglio a partire dalle 11 in un webinar promosso dal Cnel che sarà visibile sul sito del Cnel e sul suo canale youtube.

All'iniziativa, oltre al presidente del Cnel Tiziano Treu, parteciperanno i professori Patrizio Bianchi, Federico Butera, Giorgio De Michelis e Marco Leonardi. Alla successiva tavola rotinda, moderata da Domenico Carrieri parteciperanno quattro assessori regionali al lavoro: Vincenzo Colla (Emilia-Romagna); Alessandra Zedda (Sardegna); Sebastiano Leo (Puglia) e Claudio Di Berardino (Lazio). Le conclusioni sono affidate a Cristina Grieco (Conferenza Regioni)
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