​Roma, dipendenti comunali positivi al test, uffici chiusi all’Ostiense

Comunali positivi al test, uffici chiusi all Ostiense. Mini focolaio ad Anzio
di Lorenzo De Cicco
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Lunedì 29 Giugno 2020, 01:12 - Ultimo aggiornamento: 15:07

Via Ostiense 131 L: una delle più grandi sedi del Comune di Roma, centinaia di travet, uffici cruciali, da quello delle contravvenzioni a quello delle Risorse economiche, al Personale. Domani, tutto chiuso. Causa maxi-sanificazione. Il motivo? «Alcuni dipendenti sono risultati positivi al test sierologico per il Covid-19», ha fatto sapere con una nota l’amministrazione comunale ieri pomeriggio. E così in attesa del tampone - l’unico strumento valido per capire se gli impiegati siano ancora contagiosi o se abbiano contratto il Covid tempo fa e non abbiano più carica virale - il Campidoglio è corso ai ripari, avviando un’igienizzazione straordinaria di tutti gli uffici. Che comunque, dopo il lockdown, «non avevano riaperto al pubblico», rimarcano a Palazzo Senatorio.

Insomma, ammesso che si tratti di un possibile, nuovo focolaio, sarebbe circoscritto ai dipendenti comunali, il pericolo che si moltiplicasse ancora di più, allargando i rischi a centinaia di persone in entrata e in uscita da quella sede, non ci sarebbe. In ogni caso sarà decisivo l’esito dei tamponi: se anche solo uno dei 3 dipendenti che hanno sviluppato gli anticorpi al coronavirus sarà positivo all’esame naso-faringeo, quindi contagioso, la sede sarà chiusa almeno per una settimana. Alla Regione Lazio, fino a ieri sera, della vicenda non sapevano nulla. Del resto i tre dipendenti - che lavoravano alle Risorse Umane, nella struttura che si occupa di buste paga - sono stati “intercettati” tramite l’indagine sierologica avviata in autonomia dal Comune, per scelta della sindaca Virginia Raggi. I test sono effettuati in proprio dall’Ipa, l’istituto di previdenza dei dipendenti comunali. Dopo una prima fase che ha interessato i vigili urbani, i prelievi del sangue sono stati via via allargati a tutte le categorie di dipendenti, sempre su base volontaria.

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Una settantina di “comunali” dopo gli esami sierologici ha scoperto di avere contratto il virus, ma nessuno, per il momento, è stato trovato positivo al tampone. L’infezione insomma si era sviluppata senza sintomi e i dipendenti nel frattempo erano guariti. «Ora dal Comune ci è stato chiesto di aumentare i test», spiega il commissario Ipa, Fabio Serini.

Nel Lazio intanto nelle ultime 24 ore si sono registrati 14 nuovi positivi al virus (sabato erano 18): 6 sono a Roma città. Nessuno è riferibile al cluster di Fiumicino che negli ultimi giorni ha portato alla chiusura di un ristorante e di un chiosco bar. «Il focolaio è sotto controllo - assicura l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato - sono stati eseguiti oltre 1.100 tamponi al drive-in di Casal Bernocchi per l’indagine epidemiologica e non risultano al momento positivi tra i clienti delle due attività di ristorazione. Voglio ringraziare gli operatori per lo straordinario lavoro fatto nelle ultime 48 ore».

Dei nuovi contagi registrati ieri, 7 sono riferibili a una famiglia residente nella zona tra Anzio e Ardea, un focolaio venuto fuori nei giorni scorsi. Secondo gli esperti del Servizio sanitario regionale, quindi, i casi possono «ritenersi limitati allo stretto ambito familiare». Positivo al Covid anche un pakistano appena rientrato dal Paese d’origine: è stato avviato il contact tracing internazionale per ricostruire le frequentazioni degli ultimi giorni e i passeggeri che hanno viaggiato con lui in aereo. Nella Asl Roma 1, invece, sono stati sottoposti a tampone e trovati positivi due clochard “intercettati” al pronto soccorso del San Giovanni e del Santo Spirito.
 

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