Piscina alla Fin, falla nel regolamento: centri federali possibili ovunque tranne che lì

Piscina alla Fin, falla nel regolamento: centri federali possibili ovunque tranne che lì
di Massimo Chiaravalli
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Lunedì 29 Giugno 2020, 09:30
Dopo mesi e mesi di discussioni, di delibere nate, mai discusse e poi rifatte, di esposti e mal di pancia, si rischia di aver fatto solo un buco nell’acqua. Alla fine della giostra, l’unico centro federale che potrebbe non vedere la luce è proprio quello della Fin. O meglio, per quanto scritto nel regolamento di concessione degli impianti comunali, anche dopo la modifica dei giorni scorsi, un centro federale può nascere ovunque tranne che lì.

Andiamo con ordine. Giusto un paio di settimane fa il consiglio comunale, tra le polemiche dell’opposizione, ha dato il via libera a un ritocco del regolamento approvato nel 2014. Riguarda un’integrazione all’articolo 3, comma 1, sulla scelta del gestore. Fino ad allora, il Comune poteva sceglierlo «con una procedura pubblica di selezione, in via preferenziale tra le società e le associazioni sportive dilettantistiche, enti di promozione sportiva, federazioni, discipline sportive associate, associazioni riconosciute dal Coni o affiliate a enti di promozione, operanti nel territorio cittadino».

L’11 giugno l’articolo è stato così integrato, aprendo nuove prospettive, con il comma 1 bis: «Nel caso di attivazione su uno o più impianti di centri federali riconosciuti, la gestione sarà disciplinata da specifica convenzione con la federazione nazionale di riferimento, previa determinazione delle linee guida e della definizione dei rispettivi obblighi». Ovvero quanto è inserito nella delibera in discussione oggi in commissione e domani in consiglio, che definisce proprio i punti sul nascituro centro federale Fin nella piscina comunale.

C’è però un problema, non di poco conto. A quanto sembra, grazie all’integrazione dell’articolo 3, centri di questo tipo potranno nascere in ogni impianto e per tutte le discipline sportive, tranne che in quello natatorio. Non è stato infatti toccato il comma 5 dello stesso articolo, che riguarda solo ed esclusivamente la piscina: «La concessione in gestione degli impianti sportivi di rilevanza economica stabilita in base al maggior valore patrimoniale, elencati nell’allegato 1, si effettua per tramite di una procedura di evidenza pubblica». E in quell’allegato 1 c’è soltanto il «Complesso natatorio piscina comunale “Alessandro Palazzo”».

Stando così le cose, la strada è quella del bando. C’è dunque la possibilità che il percorso portato avanti fino ad oggi per la gestione targata Fin sia stato inutile: si dovrebbe fare una nuova delibera di modifica del regolamento, con passaggi in commissione e consiglio. Solo allora si potrà procedere con la delibera presentata oggi in commissione. Intanto, però, domani scade la proroga della gestione provvisoria.
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