Capodoglio intrappolato nelle reti illegali alle Eolie, spettacolare salvataggio

Il momento del salvataggio del capoglio intrappolato nella rete illegale (immagini e video da Guardia Costiera)
di Remo Sabatini
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Domenica 28 Giugno 2020, 17:46 - Ultimo aggiornamento: 18:26

Non è ancora certo se sopravviverà. Quel che è sicuro è che è stato fatto di tutto per salvare il povero capodoglio che, rimasto intrappolato per la coda in un groviglio di reti da pesca illegali, sembrava destinato a morte certa. L'episodio, documentato dalle spettacolari immagini riprese dagli uomini della Guardia Costiera intervenuti in suo soccorso, è accaduto nelle acque dell'isola di Lipari, nell'arcipelago delle Eolie. Lì, un grosso maschio ribattezzato Spike, era stato avvistato da alcuni volontari della Filicudi Wildlife Conservation durante il consueto monitoraggio in mare, in stato di evidente difficoltà. Così, immediatamente allertati i soccorsi, di lì a poco sarebbero iniziate le complesse operazioni di salvataggio per liberare il gigante del mare.

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Operazioni che, vista la mole dell'animale, avrebbero richiesto più di un intervento e che sarebbero finalmente andate a buon fine anche grazie alla collaborazione con il locale Lipari Diving Center contestualmente intervenuto sul posto. La rete derivante killer che stava per uccidere Spike è del tipo usato per la pesca del pesce spada e del tonno. Una rete notoriamente vietata per legge. Il drammatico incidente che ha coinvolto il capodoglio potrebbe essere stato simile a quello occorso, diversi anni fa, alla balenottera denominata "codamozza" che sta tenendo con il fiato sospeso il mondo degli studiosi e appassionati di mare che, da settimane, seguono il suo peregrinare nel Tirreno. Incidenti che, come più volte tristemente documentato dalle cronache, possono arrivare ad uccidere. «Un'altra azione illegale sventata nei confronti dei nostri amici animali, ha commentato il Minstero dell'Ambiente Costa. Un capodoglio impigliato in una rete per colpa di una pesca scellerata che, dopo un'ora di duro lavoro, è stato liberato così da poter tornare insieme agli altri tre esemplari che lo avevano aspettato».










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