Banche, concorrenza o concentrazione? Le grandi imprese vogliono fusioni, le altre meno

Banche, concorrenza o concentrazione? Le grandi imprese vogliono fusioni, le altre meno
di Rosario Dimito
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Domenica 28 Giugno 2020, 12:39 - Ultimo aggiornamento: 13:50

Piccolo è bello a tutela del territorio? Oppure la dimensione favorisce le economie di scala e quindi redditività ed efficienza? Non c’è una prevalenza dell’uno o dell’altra nella ricerca condotta di Swg, società leader nelle analisi di mercato, che ha curato uno studio («L’interazione concorrenziale nel settore bancario, dimensioni e pluralità: rischi e opportunità per le imprese») su un campione di 1.030 imprese di varie dimensioni (da 1-9 dipendenti, 10-249 addetti, più di 250 lavoratori) per appurare se serve un sistema bancario frammentato o più concentrato.
Il risultato è diverso a seconda delle tipologie di aziende. 

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La concorrenza si rende necessaria per agevolare l’accesso al credito e la comparabilità dell’offerta, sebbene la presenza di pochi e grandissimi gruppi potrebbe rafforzare la stabilità del sistema. La presenza di pochi e grandissimi gruppi consentirebbe di efficientare e ridurre i costi anche per le imprese? Il 67% delle grandi imprese (più di 250 addetti) risponde sì, servono grandi banche, il 56% delle pmi (10-249 addetti), 56% delle micro (1-9 addetti). 
La solidità è uno dei valori più rilevanti che prescinde tuttavia dalla dimensione che si colloca agli ultimi posti tra i criteri di scelta. Per le grandi aziende e le pmi le condizioni economiche sono il principale criterio di scelta, rispettivamente 60% e 68%, mentre per il 57% delle micro imprese il fattore chiave è la solidità. 
Negli ultimi anni poi si è incrinata la fiducia verso le banche, ma fra le grandi aziende esse sono affidabili per l’87%, percentuale che scende al 47% fra le micro imprese. 

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