Virus, scuola: il piano per i rientri a settembre
I presidi:«Molto da fare, poco tempo»

Antonella Iunti, dirigente scolastico
di Remo Gasperini
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Domenica 28 Giugno 2020, 08:25

PERUGIA Proprio venerdì pomeriggio, quasi in contemporanea con l’uscita delle linee guida, Antonella Iunti ha coordinato la prima riunione del tavolo regionale di lavoro per l’avvio dell’anno scolastico. «Siamo stati informati dall’assessore Agabiti delle novità appena uscite dalla conferenza Stato-Regioni; poi abbiamo definito i prossimi passi e come organizzarci – ha detto la Iunti senza entrare nel merito delle linee guida -. Al momento non sono state prese decisioni importanti, lavoreremo secondo gli step concordati in modo di portare gli esiti al tavolo nella prossima riunione che sarà fatta nella seconda settimana di luglio». Sarà un lavoro capillare e intenso che andrà oltre l’operato del gruppo di lavoro istituito su base di Ambito con 10 dirigenti scolastici referenti. «Tutti i dirigenti delle nostre scuole si confronteranno con gli enti proprietari degli edifici, cioè le province e i comuni – aggiunge la Iunti -. Si lavorerà in piccoli gruppi perché così saranno espresse tutte le esigenze. Abbiamo deciso, considerando che le scuole primarie sono in tutto il territorio regionale, di fare riunioni per “zone sociali” (in Umbria sono 12 che raccolgono i 92 comuni ndr) e ogni volta garantirò la presenza dell’Ufficio scolastico per dare, pur nella diversità delle esigenze, un’uniformità di criteri. Per me sarà una faticaccia ma questo devo fare. Iniziamo lunedì con la zona sociale 2 che comprende i comuni di Perugia, Corciano e Torgiano». Gli step riguarderanno in prima battuta la valutazione degli spazi e la ricerca di soluzioni ai problemi che inevitabilmente si presenteranno.
I COMMENTI
Mentre la Iunti si concentra sul coordinamento dei lavori, dai dirigenti arrivano i primi commenti alle attese linee guida e alle non poche responsabilità che ricadono sulle loro spalle «Sarà un’estate molto calda – dice Cinzia Fabrizi membro del tavolo regionale che oltre essere assessore all’istruzione del comune di Terni è anche preside dell’IIS “Allievi-Sangallo” –. Va da sé che faremo il possibile per riaprire, come si dice, in presenza e sicurezza ma i problemi da risolvere sono tanti e poco il tempo. Le linee guida alla fine sono state migliorate ma meglio sarebbe stato se diversi aspetti fossero stati chiariti a livello centrale senza lasciare a noi le decisioni su tanti elementi, il che crea difficolta. E al di là degli aspetti logistici anche sul piano didattico servivano più indicazioni univoche. Ci vorrà un forte lavoro di coordinamento». Anche sui social i presidi sono vivaci. «Non ho capito perché 5 anni fa (legge 107-Renzi) eravamo presidi sceriffi e oggi con le stesse motivazioni siamo diventatati manager della formazione...» scrive Mariella Marinangeli dirigente del Mazzatinti di Gubbio. E sempre dalla città dei Ceri David Nadery, preside al Cassata-Gattapone, ha più di una preoccupazione: «Credo che manchi il contatto con la dimensione del problema – posta sul suo profilo -. Ci sono in Italia migliaia e migliaia di scuole; ogni scuola ha decine e decine di classi. Solo a Gubbio abbiamo almeno 200 classi, come possono davvero pensare che la soluzione stia nel criterio quantitativo dei metri quadri, o nella possibilità di creare 4 spazi in più in ogni scuola con qualche chilo di cartongesso? E con la biblioteca e con il parco? Possibile nessuno capisca che non potrà funzionare»? E mentre Maria Cristina Rosi, titolare presso l’I.C. Montefalco-Castel Ritaldi condivide un post dal titolo “Scuola, Azzolina decide di non decidere. Scelgono i presidi come ripartire”, Maria Grazia Giampè dell’IC Ferraris di Spello, dal suo profilo pone l’attenzione sul personale necessario per la riorganizzazione che «necessita di docenti aggiuntivi, tanti, e di un cospicuo numero di collaboratori scolastici. Quindi onestà verso le famiglie: preparatevi a venire a prendere subito i figli se manca il docente e ai turni pomeridiani qualora venissero dati i docenti aggiuntivi. I numeri di cui ha parlato la Ministra ieri pomeriggio sono del tutto insufficienti».

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