Roma, strade killer, effetto buche e radici: Nomentana in testa

Roma, strade killer, effetto buche e radici: Nomentana in testa
di Camilla Mozzetti
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Sabato 27 Giugno 2020, 22:51 - Ultimo aggiornamento: 28 Giugno, 07:50

Immense e fragili, teatri di sinistri, incidenti e investimenti. Le strade del Lazio - considerati i tratti inseriti nella rete urbana ed extraurbana - sono tra le più pericolose d’Italia e a giocare un ruolo dirimente in uno scenario che solo nel 2018 ha contato più di 300 morti è la parte stradale inserita tra Roma e il suo hinterland che ha raccolto il 77% degli incidenti complessivi: più di 18mila. Si può riassumere così l’ultima indagine che l’Aci ha ricevuto dalla Fondazione Filippo Caracciolo, con data giugno 2020, intitolato “La strada della manutenzione - il caso della Regione Lazio”. 




L’analisi prende in considerazione numerosi aspetti: l’indice degli incidenti, le persone coinvolte, i tratti maggiormente interessati, la necessità di interventi di manutenzione per arrivare alla fine a dire: «La carenza di interventi manutentivi ordinari e straordinari sull’intera rete regionale ha portato nell’ultimo decennio ad un consistente stato di degrado e danneggiamento del corpo stradale, provocando un forte decadimento dei livelli di sicurezza e spesso la chiusura parziale o totale di intere tratte, con grave sacrificio per gli utenti».

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I NUMERI
Ma gli effetti sono anche altri, a partite dal numero dei sinistri e da quello relativo alle persone che proprio sulle strade hanno perso la vita. Due anni fa l’11 per cento degli incidenti nazionali sono avvenuti nella regione Lazio e i morti hanno rappresentato circa il 10% delle vittime di tutta Italia. E nonostante il numero complessivo dei casi su scala nazionale sia diminuito rispetto al decennio precedente, sul territorio regionale gli incidenti stradali sono stati in tutto 18.544 con 355 morti e 25.459 feriti. 

Entrando nel dettaglio, sulla rete viaria extraurbana gli incidenti, conteggia lo studio, sono stati 3.013, con una media di 8 sinistri al giorno, «l’8% di tutti gli incidenti stradali avvenuti in Italia sulla rete secondaria». I morti in questo caso sono stati 118 mentre i feriti 4.736. 

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Ma ecco la sorpresa: considerata «la presenza di una grande città come Roma gli incidenti avvenuti in ambito urbano sono stati il 77%». Ovvero il 3 per cento in più rispetto alla media nazionale. Anche il numero dei decessi avvenuti all’interno delle strade di Roma Capitale è più alto della media italiana giacché delle 355 vittime totali quelle che hanno perso la vita «in ambito urbano sono il 53%, valore più alto del dato nazionale». 

Sempre l’indagine prende in analisi anche i periodi dell’anno in cui si sono verificati il maggior numero di sinistri e se agosto rappresenta il mese con il minor numero di episodi, a gennaio e febbraio l’indice schizza in alto e supera quello nazionale proprio per l’alta circolazione della mobilità urbana che ancora una volta coinvolge la Capitale e la provincia. A ulteriore conferma, il numero di incidenti con investimento di pedoni (2.609) o causati dall’urto di veicoli in marcia che, secondo i risultati dello studio, «è maggiore nel Lazio che in Italia». Innegabile la riflessione sul fatto che proprio l’investimento dei pedoni si concentri maggiormente tra le strade urbane rispetto a quelle extraurbane. Tra le strade con il più alto indice di mortalità rientrano la Laurentina (52 incidenti, 6 morti e 62 feriti), la Nomentana (55 sinistri, 3 vittime e 75 feriti) insieme alla Tiberina: 36 incidenti, 2 morti e 48 feriti. 

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LE VITTIME 
Ancora: dallo studio emerge un’altra peculiarità riguardante i conducenti dei veicoli che hanno perso la vita a bordo di un’auto. Il Lazio si attribuisce il primato per le vittime più giovani: una su 4 ha tra i 18 e i 29 anni e un’altra vittima su 4 ha tra i 30 e i 44 anni. Lo stesso vale anche per i feriti: anche i conducenti trasportati poi in ospedale a seguito di incidente sono i più giovani del Paese: quasi 6 su 10 hanno infatti un’età compresa tra 18 e 44 anni. 

È chiaro che un ruolo fondamentale nella casistica dei sinistri riguarda la distrazione: sia di chi è a bordo di un veicolo o di uno scooter sia di chi si trova a piedi ma «per quanto concerne gli effetti degli incidenti - si legge ancora nell’indagine - c’è da rilevare che nel caso di incidenti mortali, il tasso di mortalità nel caso di pavimentazione dissestata o non pavimentata (0,149), è triplo rispetto al caso di strade pavimentate». Motivo per cui nello studio viene anche calcolato il fabbisogno standard annuale per garantire strade sicure. Per la Regione Lazio è stato stimato un investimento complessivo di 358 milioni di euro annui - 81 milioni per la manutenzione ordinaria e 277 milioni di Euro per quella straordinaria - ritenuto necessario per garantire adeguati standard alla rete provinciale che oltre a migliorare lo stato dei arterie, consolari, potrebbe generare un incremento di Pil di oltre 1 miliardo di Euro».

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