Tasse, si potrà pagare sino al 2021: in arrivo nuovo rinvio e rate più lunghe

Tasse, si potrà pagare sino al 2021: in arrivo nuovo rinvio e rate più lunghe
di Andrea Bassi
4 Minuti di Lettura
Venerdì 26 Giugno 2020, 00:18 - Ultimo aggiornamento: 18:13

Il capitolo delle tasse, improvvisamente, sembra essere balzato in cima all’agenda del governo. Il tema non è soltanto quello della riforma fiscale, ma anche il ritorno alla normalità dopo le sospensioni dei versamenti decisi per i mesi del lockdown. Il decreto di marzo, e poi il successivo decreto liquidità, hanno rinviato il pagamento di una serie di tributi delle aziende: le ritenute sui redditi di lavoro dipendente, le trattenute relative all’addizionale regionale e comunale, l’Iva. Secondo quanto previsto dai decreti di emergenza, il saldo delle imposte sospese per i mesi di marzo, aprile e maggio, dovrebbe essere effettuato il prossimo 16 settembre in un’unica soluzione, oppure il 4 rate (una al mese fino a dicembre). Tutto senza sanzioni e interessi. Il problema è che l’attività economica stenta a ripartire. Il timore è che a settembre le imprese non siano in condizioni di saldare i tre mesi arretrati più i versamenti ordinari. Nel prossimo decreto di luglio, quindi, come ha già annunciato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, sarà introdotta la possibilità di una rateizzazione più lunga. Il pagamento delle tasse arretrate di marzo, aprile e maggio, dunque, proseguirà anche nel 2021. Quante saranno le rate non è stato ancora stabilito ed è oggetto di un confronto anche con l’Agenzia delle Entrate. Ma siccome i versamenti scalvalcheranno il 2020, dovranno essere coperti dal governo facendo ricorso a un maggior deficit. C’è anche la possibilità che per i settori più colpiti dalla crisi, come il turismo, una parte delle tasse non versate durante il lockdown possa essere cancellata. Una sorta di intervento a fondo perduto da parte dello Stato a sostegno delle attività. 

LEGGI ANCHE --> Servono scelte forti/ La società descolarizzata genera nuovi mostri

Ieri, rispondendo in Senato ad alcune domande durante il «question time», Gualtieri ha anche confermato l’intenzione del governo di procedere ad una “pulizia” del magazzino ruoli (si veda Il Messaggero del 29 maggio scorso). La riforma fiscale «complessiva», ha spiegato il ministro, «si deve giovare anche di maggiore trasparenza e di un quadro di semplificazione degli adempimenti. C’è il tema», ha detto, «dell’efficientamento della riscossione e si deve mettere mano al sistema dell’inesigibilità dei crediti al fine di eliminare dal magazzino della riscossione partite creditorie per miliardi di euro che sono solo nominali e non hanno alcuna possibilità di recupero». 

L’idea sarebbe quella di un nuovo mega stralcio delle cartelle esattoriali dopo quello che, negli anni scorsi, ha portato alla cancellazione dei debiti inferiori a mille euro nei confronti della vecchia Equitalia più datati (dal 2000 al 2010). Ma questa volta il progetto sarebbe più ambizioso. Le dimensioni del problema le aveva ben spiegate il direttore dell’Agenzia delle Entra- te, Ernesto Ruffini, nella sua ultima audizione in Parlamento. Nel “magazzino” ruoli dell’Agenzia, ci sono 954 miliardi di euro di tasse ancora da riscuotere. Il 40% di queste, quindi circa 400 miliardi, sono ormai da considerare non più incassabili. Ci sono 153 miliardi dovuti da soggetti falliti, quasi 119 miliardi che andrebbero chiesti a persone decedute, 109 miliardi di crediti verso nullate- nenti. Per l’Agenzia tenere questi crediti inesigibili ha un costo. Anche alto. Meglio sarebbe, insomma, cancellarli e ripulire il bilancio pubblico da queste scorie. Un’operazione di pulizia che dovrebbe accompagnarsi anche a una nuova riforma della vecchia Equitalia, quella che oggi si chiama Agenzia delle Entrate - Riscossione. Nei mesi del lockdown le cartelle esattoriali sono rimaste bloccate. L’Agenzia delle Riscossione si finanzia con l’aggio applicato sui debiti dei contribuenti verso il Fisco. Il “fatturato” della riscossione, insomma, al momento è praticamente azzerato. L’occasione potrebbe essere presa al volo dal governo per completare la riforma della vecchia Equitalia, già trasformata da società in ente pubblico, eliminando completamente l’aggio e fiscalizzando agli oneri di funzionamento. Anche questo in realtà, sarebbe un piccolo aiuto (l’aggio pesa il 3% sul contribuente), visto che dal prossimo 31 agosto, salvo nuove proroghe, terminerà anche il blocco delle cartelle e l’attività di riscossione riprenderà. 

Gualtieri durante il question time ha parlato anche della revisione delle «tax expenditures», le detrazioni e le deduzioni fiscali, la cui rivisitazione, ha spiegato il ministro, potrebbe liberare miliardi di euro per la lriduzione delle aliquote fiscali. Gualtieri ha ribadito l’intenzione di abbattere il peso del Fisco sul lavoro, sia dal lato dei lavoratori (come avvenuto con il bonus 100 euro che partirà a giorni), sia da lato delle imprese.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA