Scuola, la riapertura della discordia. I presidi: «Mancano spazi e trasporti adeguati»

Il liceo classico Buratti di Viterbo
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Venerdì 26 Giugno 2020, 07:25 - Ultimo aggiornamento: 21:37
“Parlano di autonomia, ma qui la questione è diversa: l’impressione è che si voglia scaricare sulle spalle dei dirigenti scolastici ogni responsabilità. Siamo davvero preoccupati”. Calda, caldissima estate quella del mondo della scuola. Le bozze di linee guida per la riapertura prevista il 14 settembre fanno schizzare la temperatura del dibattito. I dubbi, sintetizzati dalle parole di Maria Antonietta Bentivegna, presidente provinciale dell'Anp, l'associazione nazionale presidi, sono comuni all’intera categoria.

Per ripartire, il ministro Lucia Azzolina ha previsto lezioni anche il sabato, frequenza a turni differenziati, organizzazione della classe in più gruppi di apprendimento, con alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi e dunque anche di diverse età. La didattica a distanza resta come opzione marginale e solo per le scuole secondarie di II grado. La mensa? Potrà essere organizzata su due o più turni per evitare l'affollamento dei locali e qualora non sia sufficiente, gli enti locali potranno studiare soluzioni alternative come il consumo del pasto in monoporzioni all'interno dell'aula.

“La principale soluzione individuata – spiega Bentivegna – è quiella di aumentare gli spazi. Ma come si può pensare di sdoppiare le classi senza un incremento di personale? La verità è che il 20% delle scuole non è in grado di accogliere gli studenti per mancanza di locali adeguati alle nuove disposizioni”.

Forti perplessità anche da Alessandro Ernestini, dirigente del Santa Rosa di Viterbo. “Quanto sinora trapelato è troppo generico per dare un giudizio preciso. La tutela della salute – ricorda – deve essere prioritaria ma per garantire la sicurezza degli studenti ci deve essere un apparato extrascolastico capace di rimodularsi. Io, comunque, mi ritengo fortunato: il nostro orario è ridotto rispetto ai professionali o ai tecnici, dove sarà più complicato organizzare tutto”.

Sul nodo dei trasporti insiste Andreina Ottaviani, preside dell’Alberghiero di Caprarola, frequentano in larga maggioranza da studenti pendolari. “Questo è il vero nodo: che si facciano turni o meno – sostiene – andranno garantite le corse in base ai nuovi orari e per evitare affollamenti. Capisco che i ritardi nel definire un quadro certo siano dovuti anche alle incertezze su come si comporterà il virus a settembre, ma sono fiduciosa: nella Tuscia l’epidemia è rimasta sotto controllo e l’autonomia scolastica ci aiuterà a definire le soluzioni più adatte”.
 
 
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