Il premier Conte: «L’Iva giù a luglio, il Mef e gli alleati frenano»

di Alberto Gentili
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Giovedì 25 Giugno 2020, 09:51 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 07:35

Iva, il momento della verità arriverà oggi, in un nuovo incontro tra Giuseppe Conte, i capidelegazione e i responsabili economici della maggioranza. Sarà questo vertice, secondo le intenzioni del premier, l’occasione per dire «una parola univoca sul taglio dell’Iva» e per cercare di strappare dal pantano in cui è precipitato il decreto per le semplificazioni, affossato dal gioco di veti incrociati tra Pd e 5Stelle sul codice degli appalti.

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Sull’Iva siamo ormai al braccio di ferro. Da una parte Conte, che insiste per procedere al «taglio momentaneo». Dall’altra, il Pd, Leu e Italia Viva che invece frenano, intenzionati piuttosto a utilizzare le risorse per una nuova riduzione del costo del lavoro. L’obiettivo comune: «Evitare che quando scadono la cassa integrazione e il divieto di licenziare», spiega un ministro dem, «migliaia di lavoratori vengano mandati a casa». Sullo stesso fronte, a sorpresa, si schierano i 5Stelle che al pari degli alleati di governo preferiscono affrontare prima la «riforma complessiva del fisco, partendo da Irpef, Ires e Irap», come dice la viceministra all’Economia, Laura Castelli. Più o meno le parole del sottosegretario del Pd con delega economica, Pier Paolo Baretta: «Partire dalla riforma fiscale e dall’Irpef potrebbe dare un risultato più strutturale, oggi l’Iva andrebbe affrontata in maniera settoriale e non è detto che immediatamente abbia effetto sui consumi».
Eppure, nonostante il fuoco incrociato, Conte non si arrende. Martedì, durante l’incontro con i capidelegazione e nel vertice con il responsabile dell’Economia, Roberto Gualtieri, il premier non ha fatto accenno all’Iva. Ma da palazzo Chigi filtra la determinazione di Conte ad andare avanti, anche perché la sforbiciata dell’imposta sul valore aggiunto gli è stata richiesta, «per dare una spinta ai consumi», «da più attori economici» durante gli “Stati generali per il rilancio” celebrati a Villa Pamphili.
La novità delle ultime ore è che la posizione e la proposta del premier è tale a quale a quella di Gualtieri: Conte vuole, al pari del ministro dell’Economia, legare il taglio dell’Iva all’introduzione del meccanismo del cashback. Traduzione: la forbiciata dell’imposta deve avvenire assieme al varo del piano per la lotta all’evasione, premiando solo chi paga con carta di credito o bancomat. Chi invece fa acquisti in contanti, non avrà alcuno sconto sull’Iva. Con un triplice vantaggio: aumentare le entrate riducendo i pagamenti in nero, incentivare l’uso della moneta elettronica (cashless) e soprattutto risparmiare risorse, in quanto il taglio dell’Iva (che costerebbe 4,5 miliardi l’anno per ogni punto in meno dell’aliquota al 22% e 3,1 miliardi per quella al 10%) non sarebbe generalizzato.
LO SCONTRO
L’intesa tra Conte e Gualtieri però finisce qui. Il premier vorrebbe inserire la sforbiciata, «per un tempo limitato e per i settori più colpiti» dalla pandemia (turismo, ristorazione, etc) nella “manovrina” da 10-20 miliardi prevista per luglio: «La misura garantirebbe la ripresa dei consumi», dicono a palazzo Chigi. Il ministro dell’Economia ritiene invece che per introdurre il meccanismo del cashback (e dunque il taglio contemporaneo dell’Iva) serva più tempo. Dunque rinvia alla legge di bilancio. E soprattutto, a giudizio di Gualtieri, sono già numerosi gli interventi da inserire nella “manovrina”: gli aiuti ai Comuni, un’ulteriore proroga della cassa integrazione, il rifinanziamento del fondo di garanzia per i prestiti alle piccole e medie imprese, nuove risorse per le scuole in vista della ripartenza di settembre. Eppoi, si diceva, c’è la volontà di Pd, Leu e Italia viva di sforbiciare il costo del lavoro, invece dell’Iva.
Ma Conte resiste. «È comprensibile che alcuni partiti della maggioranza si dimostrino tradizionalmente orientati a misure più a favore dei lavoratori», dicono a palazzo Chigi, «ma il governo è già intervenuto in questo senso, stanziando 5 miliardi per il taglio del cuneo fiscale a vantaggio proprio dei lavoratori a partire dal primo luglio. In più ingenti risorse sono state destinate, nel corso di questa emergenza, per la cassa integrazione. Meglio, a questo punto, provare a far ripartire l’economia attraverso i consumi tagliando l’Iva».
C’è poi il nodo-semplificazioni. Da settimane Conte lo annuncia come imminente. Ma i 5Stelle, sostenuti da IV, vogliono adottare il “modello Genova”, sospendendo per 3 anni il codice degli appalti. Il Pd è contrario a un’eccessiva «deregolamentazione». E la mediazione del premier, con deroghe temporanee e mirate, non decolla. Così si rinvia ancora. Una situazione di stallo che innervosisce, e non poco, il Pd e Iv.
 

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