Zanardi, Tamberi: «Alex mi dedicò la sua medaglia verrà a Tokyo e tiferà per me»

Zanardi, Tamberi: «Alex mi dedicò la sua medaglia verrà a Tokyo e tiferà per me»
di Gianluca Cordella
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Lunedì 22 Giugno 2020, 01:11 - Ultimo aggiornamento: 09:08

L'amicizia che lega Gianmarco Tamberi e Alex Zanardi è nata a distanza. Il campione paralimpico aveva appena vinto ai Giochi di Rio 2016 l'ennesimo oro della sua carriera e, davanti alle telecamere di mezzo mondo, dedicò quel trionfo a Gimbo che alla trasferta brasiliana aveva potuto prendere parte solo da spettatore, a causa della lesione al tendine della caviglia sinistra sofferta a Montecarlo, poco prima di partire per il Sudamerica. 
«Sei giovane, ti rifarai e a Tokyo tiferemo tutti per te», le disse Zanardi... 
«Quando ascoltai quella dedica alla tv ebbi una scossa da brividi.
Io ovviamente lo conoscevo benissimo, ma ignoravo che lui sapesse dell'esistenza di quel saltatore mezzo matto con la barba a metà». 

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Poi fu lei a cercarlo?
«Certo, al suo ritorno in Italia cercai in tutti i modi di avere il suo numero di telefono per chiamarlo e ringraziarlo. Se uno ci pensa è una cosa incredibile: chi dedica una medaglia olimpica a uno che non ha mai visto? Solo un supereroe può farlo, uno che ha cuore per tutti. Per me è stata una cosa fantastica perché l'ho vissuta in prima persona. Ma anche se mi sforzo di vederla dall'esterno mi sembra un gesto di un'umanità più unica che rara».
 



E così è nata un'amicizia...
«Sì, poi ci siamo visti in diverse occasioni e abbiamo sempre chiacchierato un sacco». 

Quindi ora deve andare a Tokyo anche per rispettare quel pronostico di Alex...
«Vincere una medaglia alle Olimpiadi il prossimo anno e poter ricambiare la dedica sarebbe una cosa fantastica, pazzesca. Ancora di più se lui sarà lì in tribuna a tifare per me».

Intanto la prima dedica gliel'ha fatta, sabato dopo la gara del rientro a Formia.
«È stata una gara particolare per molti aspetti: non andavo in pedana da tanto, si gareggiava a porte chiuse e contro due ragazzi che erano molto più giovani e inesperti di me. Ed ero ancora sconvolto per quello che era successo il giorno prima ad Alex. Quando mi sono svegliato la prima cosa che ho fatto è stata controllare sul cellulare se ci fossero novità. Ho atteso i bollettini e anche l'ultima cosa prima di andare in pedana è stata controllare le ultime notizie. Ho pensato: devo saltare per lui e gli ho dedicato quel 2,25 che, considerato tutto, non è male».

Durante il lockdown lei e Zanardi avete anche intrattenuto gli italiani su Instagram. Com'è nata l'idea?
«Gli ho mandato un messaggio io, un giorno, e mi ha risposto subito. Abbiamo organizzato la diretta in quattro e quattr'otto e il pomeriggio l'abbiamo fatta. Far venire bene le cose con lui è facile: basta che tu stai zitto e lo lasci parlare. Sembra un'esaltazione esagerata ma davvero chi lo conosce sa che qualsiasi cosa dica non è mai scontata. E con il modo in cui lo dice trasforma tutto in una cosa divertente, che ti permette di fare esperienza. L'aver perso le gambe lo racconta sempre come la fortuna della sua vita». 

Le è mai capitato di chiedergli un consiglio?
«Un giorno siamo andati insieme ad Amatrice, dopo il terremoto, per un evento organizzato da un nostro sponsor comune. Eravamo uno a fianco all'altro di fronte a tutti i ragazzini che partecipavano all'iniziativa e io sentivo che dovevo stare di fronte a lui insieme a loro e non al suo fianco. Dopo l'evento siamo stati insieme tutti il giorno e l'ho bombardato per tutto il tempo con qualsiasi domanda. Volevo capire. Non tanto come ci si rimette in gioco dopo un incidente, perché quello lo hanno fatto tanti atleti paralimpici. Mi incuriosiva il versante sportivo, mi chiedevo come fosse possibile essere così forte in uno sport e poi diventare ancora più forte in un altro. Come si fa a essere imbattibile a cinquant'anni anche contro ragazzi di venti. Volevo carpire il più possibile dalle sue parole. E non ho mica finito le domande: spero di potergliene fare presto ancora tante altre».
 

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