Il Covid-19 non consente una prova d'appello

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Sabato 20 Giugno 2020, 10:20
Dopo il Liberi tutti governativo sul Covid-19 la domanda è: «Siamo ancora a rischio di ammalarci?». Se la risposta è sì, e la risposta è sì, allora siamo tutti matti da legare. Perché il contagio non distingue le diverse opinioni, chi lo rispetta e lo teme e chi lo sfida a duello: ndo coje coje'. E allora mette paura, tra chi ragiona, il dato contenuto in una ricerca dell'Ispettorato del Lavoro che ha controllato 250 imprese: negozi, palestre, supermercati, aziende. Una su quattro, il 25%, non rispetta le regole, dimenticati i protocolli, ignorate le linee guida dell'emergenza.

E come in un copione recitato male ecco le mancanze più frequenti: sanificazioni a zero, assenza dei gel disinfettanti, niente protezioni individuali. Comportamenti pericolosi per sé e per gli altri, ammonisce l'Ordine dei Medici. Si attendono con apprensione i risultati dei test delle baldorie della movida a ponte Milvio e a Napoli dopo la vittoria sulla Juventus. Confusione e arbitrio notava irritato Luca Ricolfi su queste colonne assegnando alle convenienze politiche dapprima il dettato delle regole seguito dall'indulgenza sui trasgressori.

Il rischio vero è che siano le leggi della realtà a ricacciarci d'improvviso nell'incubo delle quarantene obbligatorie con annessa catastrofe economica. Nell'anno degli esami di maturità solo orali mettiamo per iscritto un concetto: il Coronavirus non concede prove di riparazione. Lui è un killer e va a caccia di vittime. Ma è tanto difficile da ricordare?

paolo@graldi.it
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