Coronavirus, Pechino: focolaio sotto controllo. Ue, Gentiloni: no segni nuova ondata

Coronavirus, Pechino: focolaio sotto controllo. Ue, Gentiloni: no segni nuova ondata
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Giovedì 18 Giugno 2020, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 19 Giugno, 06:41

I contagi da coronavirus nel mondo hanno raggiunto gli 8.349.950 casi, con 448.959 decessi a livello globale. È quanto rileva la Johns Hopkins University nel suo continuo aggiornamento sulla diffusione della pandemia. Gli Usa sono il Paese più colpito, con 2.163.290 casi e 117.717 morti. L'epidemia avanza anche in Brasile, dove i contagi sono ormai 955.377, con 46.510 decessi. Il terzo Paese più colpito in termini di vittime è il Regno Unito, con 42.238 decessi e poco più di 300mila casi di contagio.

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USA Intanto Trump afferma in un'intervista a Fox:
«Siamo vicini a un vaccino per il coronavirus». Mentre la città di New York potrebbe entrare nella fase 2 della riapertura lunedì. Lo afferma il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, secondo il quale i dati disponibili mostrano come la Grande Mela sta rispettando i parametri per passare alla seconda fase. Nella fase 2 possono riaprire i ristoranti, almeno per pranzi e cene all'aperto. Restano chiuse invece le palestre.

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CINA Pechino ha rilevato ieri altri 21 casi di Covid-19, in calo sui 31 di mercoledì: in una settimana, le infezioni collegate al mercato all'ingrosso di Xinfadi sono salite a 158, mentre la città continua a rafforzare le misure di prevenzione e controllo. La Commissione sanitaria nazionale ha segnalato 28 infezioni nel Paese, di cui 24 di trasmissione domestica e 4 importate, e 8 asintomatici. I contagi totali sono 83.293, di cui 78.394 risoltisi con la guarigione e 4.634 con il decesso. Gli asintomatici sono 111, tutti sotto osservazione.

Il focolaio di Covid-19 emerso a Pechino «è stato portato sotto controllo»: Wu Zunyou, il capo epidemiologo del Centro di controllo e prevenzione delle malattie (Cdc), ha spiegato in conferenza stampa che un alto numero di infezioni è stato riscontrato tra venditori di frutti di mare, carne di manzo e di montone. Il picco è stato toccato intorno al 13 giugno e ora l'infezione «è sotto controllo. Questo non vuol dire che non ci saranno nuovi casi domani. La curva proseguirà per altro tempo ancora, ma
«il numero di casi sarà sempre più basso».

Wu ha notato che ci saranno nuovi casi nei prossimi giorni: secondo la spiegazione fornita, non sarebbero però «di nuova trasmissione, ma solo il risultato della scoperta emersa nel processo dei test» eseguiti a tappeto. Il cuore dell'infezione è stato tracciato nel mercato all' ingrosso di Xinfadi, a sudovest della capitale, che si è diffusa a causa delle numerose persone che lo frequentano, spesso difficilmente quantificabili. I 21 nuovi casi rilevati ieri, portando il totale a quota 158 in una settimana, sono il frutto di un'infezione contratta prima del 12 giugno, ha osservato ancora Wu.


BRASILE E' ancora il Brasile a guidare la spirale, per ora irrefrenabile, della pandemia da coronavirus in America Latina, regione in cui nelle ultime 24 ore il bilancio dei contagi è salito a 1.826.090 casi, mentre i morti si sono stabilizzati a quota 86.252. È quanto emerge oggi da una elaborazione statistica realizzata dall'ANSA sulla base dei dati riguardanti 34 Nazioni e territori latinoamericani. Le autorità sanitarie brasiliane hanno reso noto che i contagiati continuano a crescere ad un ritmo importante, e sono ora 955.377 (+32.188), di cui ben 46.510 (+1.269) sono poi morti. Dietro al Brasile si collocano due Nazioni della Cordigliera andina che non riescono a frenare l'espansione della pandemia. Il Perù, prima di tutto, con 240.908 contagi e 7.257 morti, e poi il Cile, non lontano (220.628 e 3.615), che dopo aver sostituito il ministro della Sanità cerca una nuova strategia per debellare il Covid-19. 

EUROPA «La possibilità di una seconda ondata di contagi legati alla pandemia di Covid-19 sarebbe «lo scenario peggiore» per l'Europa, ma «in questo momento non abbiamo nessun segnale» che questa possa arrivare. Così il commissario Ue all'Economia Paolo Gentiloni, intervistato da France 2. «Ovviamente guardiamo a cosa succede in Cina», ha sottolineato ricordando la previsione della Commissione di un calo del 7,4% del Pil per l'Ue, «ma in caso di seconda ondata, il crollo dell'economia sarebbe molto più serio». L'Europa ha avuto circa due settimane molto difficili» dopo lo scoppio della pandemia di Covid-19 nel Continente. «Avevamo le frontiere chiuse fra i Paesi europei per i ventilatori polmonari e le maschere. Poi in una quindicina di giorni, dalla metà di marzo, l'Europa ha preso delle decisioni straordinarie e senza precedenti. Non potremo dire che la reazione è stata troppo tardiva o non all'altezza perché è stata molto forte, dopo due settimane davvero molto pericolose», ha continuato il commissario.

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