La serie A si blocca sulle retrocessioni. Contromossa di Gravina: spareggi se ci si ferma di nuovo

La serie A si blocca sulle retrocessioni. Contromossa di Gravina: spareggi se ci si ferma di nuovo
di Emiliano Bernardini
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Sabato 6 Giugno 2020, 07:30
Ci risiamo. Di nuovo. Nel momento in cui la palla sta per essere messa al centro del campo ecco che qualcuno prova a calciarla ancora in tribuna. Un tentativo disperato. L’ennesima azione di disturbo. Caos nell’Assemblea di Lega di ieri. La paura più grande è finire in serie B. Ecco perché qualcuno, Cairo del Torino in primis, ha proposto di bloccare le retrocessioni in caso di stop del campionato. Il patron granata, insieme a Campoccia dell’Udinese (sarà sostituito in Consiglio nella prossima assemblea elettiva che sarà il 17 giugno a Roma) a Romei della Sampdoria, al Lecce e al Cagliari, ha lanciato la nuova proposta: Se ci si fermerà di nuovo, niente scudetto (promotore Agnelli) né retrocessioni, a meno che la matematica non confermi già il verdetto. La classifica finale sarà redatta con la media punti (in casa e in trasferta) moltiplicata per le rispettive partite mancanti (ossia l’algoritmo proposto dalla Figc), che però servirà “soltanto” per determinare le squadre qualificate alle coppe europee, Champions ed Europa League. In sedici hanno votato a favore. Si sono astenuti Lazio, Roma, Napoli. Il Milan ha votato contro. Il timore dei contrari è che, se dovesse passare questa impostazione, i club che rischiano la retrocessione faranno di tutto per fare fermare il campionato.

«FINISCE 18 A 3»
Nell’Assemblea di ieri, nonostante i voti, è uscito allo scoperto chi ha sempre remato contro la ripresa del campionato. Eccolo il piano B. Un piano suicida per il calcio. Perché oltre al blocco delle retrocessioni c’è anche il blocco delle promozioni dalla serie B. Questo vorrebbe dire passare una estate in tribunale. Chi lo spiega al Benevento dei record che non potrà essere promosso? Lunedì prevista la resa dei conti nel Consiglio federale. Da via Allegri il presidente Gravina guarda con tranquillità al futuro. Anche perché i criteri devo essere uguali per tutti i campionati. E soprattutto è convinto che questa proposta non passerà mai. Ecco allora la contromossa del numero uno federale che farà votare e poi trasformerà immediatamente in delibera. Reinserirà i playoff e i playout se ci saranno i tempi tecnici per giocarli. Altrimenti si ricorrerà all’algoritmo. «Finirà 18 a 3» affermano con sicurezza i ben informati. Del fallimento di questa proposta ne è consapevole anche chi l’ha proposta. Ultimo atto di una guerra che non è più sotterranea.

NODO QUARANTENA
Si è parlato anche della quarantena. Il nodo più difficile da sciogliere. Il ministro della Salute, Speranza e il Cts non hanno dato l’ok ad un cambio. Restano le due settimane in caso di un nuovo contagio. Tradotto stop al campionato. Di nuovo. Allentare le norme secondo i consulenti di governo resta molto rischioso. Questo potrebbe esporre a rischi di contagio molto alti. Il calcio è uno sport di contatto e la certezza che tutti siano negativi è un fattore fondamentale. Si era parlato della possibilità di scendere dai canonici quindici giorni ad una sola settimana. L’ipotesi però non convince i club. Molti si sono comunque detti contrari perché, secondo il calendario stilato, vorrebbe dire saltare dalle due alle tre partite. Sarebbe impossibile trovare date per recuperarle. Oltre al fatto che si potrebbe falsare la corsa per qualsiasi obiettivo. «L’accorciamento non è possibile. Il periodo di allontanamento non può essere inferiore ma una strada alternativa per salvare il campionato si può trovare, ci stiamo lavorando. Ci sono casi in cui l’incubazione dura anche oltre i 14 giorni» ha sottolineato Walter Ricciardi, membro del consiglio esecutivo Oms e consigliere del ministro Speranza per il Coronavirus, intervenuto a Radio Punto Nuovo. La via resta quella di isolare il solo giocatore contagiato considerandolo come un infortunato.
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