Marco Conti
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di Marco Conti

La mossa del cavallo
di Matteo Renzi:
si schiera con Conte
e lascia il cerino al Pd

La mossa del cavallo di Matteo Renzi: si schiera con Conte e lascia il cerino al Pd
di Marco Conti
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Giovedì 4 Giugno 2020, 14:30 - Ultimo aggiornamento: 14:35
ROMA “Non vedo cambi di governo all’orizzonte”, quindi tutti intorno a Giuseppe Conte che ieri ha parlato di cantieri e di family act. Matteo Renzi presenta la sua ultima fatica letteraria “La mossa del cavallo” nello spazio aperto della Galleria Borghese. In prima fila i big di Italia Viva Maria,  Teresa Bellanova, Maria Elena Boschi, Ettore Rosato, Sandro Gozi, Francesco Bonifazi. L’ex presidente del Consiglio si schiera a fianco di Conte, invita i giornalisti a non domandargli solo del governo che “c’è e durerà sino al 2023”. Si concentra sulle cose da fare “sull’occasione straordinaria che ha il Paese per ripartire”, ma quando elenca le cose da fare emerge un bilancio dell’esecutivo scarno. Renzi dice che vuole usare il soft power perché “se ci avessero dato retta” alcuni ‘frontali’ il governo li avrebbe evitati. 

Accelerare, quindi, è poco importa se l’unica cosa concreta che ha esposto ieri il presidente del Consiglio è la creazione dell’ennesimo tavolo di confronto con le parti sociali e l’opposizione per decidere come spendere i soldi che arriveranno da Bruxelles. A differenza del Pd dove cresce l’insofferenza per i tempi biblici dell’azione di governo, Renzi mostra molta meno impazienza. Convinzione o mossa tattica, è presto per dirlo. Ma Renzi sa che in una barca se ci si agita in due si rischia di andare a fondo. Spazio quindi ai dem per ottenere da Conte un’accelerazione su temi che sono bloccati da anni. Hanno quasi finito il nuovo ponte di Genova e non si è ancora chiusa la vicenda Autostrade. Incerto il destino dell’Ilva come di Alitalia. Il Mes resta al palo, ma chiediamo all’Europa anticipi sui Recovery. Una sorta di navigare a vista che spinge Renzi a mettersi in coperta lasciando sulla tolda Conte e il Pd di Zingaretti che nel frattempo tenta di gonfiare il canotto della legge elettorale che vorrebbe prima dell’estate.

Per Renzi, e probabilmente anche per Conte e i 5S, non se ne parla. “Discutiamo del maggioritario e dell’elezione diretta del premier”, è la mossa del cavallo di Renzi.
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