Covid, hai la febbre a Roma e temi di essere positivo? Ecco cosa devi fare

La misurazione della febbre in stazione (foto PIRROCCO/TOIATI)
di Alessia Marani
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Giovedì 4 Giugno 2020, 13:44

Hai la febbre a Roma e non sai cosa fare? Temi che, insieme con altri sintomi, possa essere un segnale del coronavirus? La Regione Lazio nella Fase 3 dell'emergenza, ovvero quella del libero spostamento nei territori, tra regioni diverse e dal 15 giugno anche da aeree extra-Schengen, mette a disposizione un numero verde da contattare a cui risponderà personale medico pronto a indicare la procedura da seguire. Il numero 800.118.800 servirà a intercettare, innanzitutto, coloro che stanno per partire o sono appena arrivati in una stazione, in un porto o in un aeroporto della Capitale e del Lazio e, nel caso, indirizzarli alla postazione drive-in più vicina dove effettuare il tampone, oppure per indicare loro il giusto comportamento da seguire in una eventuale quarantena o nel breve periodo di isolamento in attesa della risposta ai test molecolari e/o al tampone. L'assessorato regionale alla Sanità ha chiesto un doppio controllo sia in partenza che in arrivo con i termoscanner nelle stazioni hub della Capitale, Termini e Tiburtina e ha attivato una convenzione con un hotel di piazza Santa Croce in Gerusalemme dove accogliere gli eventuali sintomatici che non hanno un domicilio a Roma in cui potersi trattenere. Non solo.

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La campagna di sensibilizzazione voluta dall'assessore Alessio D'Amato mira a estendere l'uso dei termoscanner o delle telecamere in grado di rilevare la misura corporea ovunque ci sia un servizio al pubblico. "E' pur sempre utile e si tratta di uno strumento non dispendioso che offre una tutela in più anche ai lavoratori o a gli utenti o clienti di attività pubbliche e private". Per la rete di assistenza sanitaria territoriale l'utilizzo dei termoscanner oltre alle precauzioni ormai di routine quali mascherine e l'erogazione del gel igienizzante negli uffici e nei locali pubblici e privati, costituisce un'arma in più con la quale affrontare il covid-19 e andare a stanare eventuali focolai alla nascita altrimenti difficilmente controllabili. In quest'ottica la Capitale dovrebbe fare uno sforzo in più per difendersi da un'eventuale ondata di ritorno del virus, vista la maggiore esposizione al passaggio e al transito di persone proveninti da tutta Italia e dal mondo per la presenza di snodi logistici e turistici importanti. L'obiettivo è individuare e tracciare i sintomatici, ribadendo nel frattempo tutti gli accorgimenti da rispettare per evitare il contagio tra asintomatici, la cui presenza è la più insidiosa.
   
Le disposizioni in merito ai casi di febbre sono state recepite anche nell'ordinanza firmata da Nicola Zingaretti il 2 giugno: "Il passeggero residente in regioni diverse dal Lazio che, allo sbarco, presenta temperatura maggiore di 37,5°C, contatta il numero unico regionale dedicato 800.118.800 che, all’occorrenza, attiva il Sisp (Servizio di giene e sanità pubblica delle Asl) di competenza territoriale per la presa in carico, l’eventuale apertura della procedura di isolamento e per l’effettuazione del test molecolare, anche attraverso l’accesso presso le sedi regionali “drive in”; fino all’esito del test diagnostico molecolare la persona è tenuta a restare in isolamento presso il proprio domicilio, osservando le note misure di distanziamento sociale, di igiene e di protezione; il passeggero residente nel Lazio che non ha effettuato l’imbarco, ovvero il passeggero residente che allo sbarco presenta temperatura maggiore di 37,5° C, deve contattare il proprio medico/pediatra per segnalare la sintomatologia e per la conseguente presa in carico secondo le modalità stabilite dalle linee guida regionali".

Intanto,  nel Lazio sono stati effettuati circa 73mila test sierologici tra operatori sanitari e forze dell'ordine, esami che hanno messo in luice 157 positivi asintomatici al tampone, ultimo un farmacista romano. A tale proposito arriva la sollecitazione dell'Uspp, l'Unione sindacati di polizia penitenziaria. "All'appello mancano però gli agenti impegnati nelle carcere, al momento solo la Asl di Latina ha consegnato i kit nella casa circondariale locale".
 

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