Roma, a Termini e Fiumicino solo controlli per chi viene dal Nord. I medici: rischi di nuovi focolai senza il tracciamento

Roma, a Termini e Fiumicino solo controlli per chi viene dal Nord. I medici: rischi di nuovi focolai senza il tracciamento
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 2 Giugno 2020, 10:21 - Ultimo aggiornamento: 10:35

Più termoscanner nei grandi hub del trasporto aereo e ferroviario - torneranno a Termini e rimarranno a Fiumicino - ma niente test in batteria e niente questionario per tracciare gli asintomatici provenienti dal Nord: una procedura troppo macchinosa da gestire, secondo la Pisana, con migliaia di viaggiatori in transito ogni giorno. Solo sulla tratta Roma-Milano, per dire, da domani riprenderanno a sfrecciare 58 treni al giorno. A 24 ore dalla ripresa degli spostamenti tra regioni, compresa la Lombardia e le altre province più funestate dal Covid, la Regione Lazio ha varato il piano per «difendere Roma», come ha detto l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato. Rispetto alle prime ipotesi circolate, la strategia si concentrerà tutta sui sintomatici, principalmente chi arriva con la febbre, mentre è tramontata l’idea di registrare in blocco gli arrivi dalle zone più colpite dall’epidemia. Niente questionario da conservare per 15 giorni - una procedura considerata difficilmente governabile dalla Regione - e niente test sierologico.

Riaperture: arrivi dal Nord, frenata sui test: «E tracciamenti solo volontari»
IL “TRIAGE”
Il personale degli aeroporti e delle stazioni principali misurerà la temperatura ai passeggeri (come già avviene da marzo) e chi avrà più di 37,5 gradi, dopo un triage lampo sul posto, sarà portato ai drive-in Covid per il tampone faringeo. In caso di positività al coronavirus, la Regione chiederà alle compagnie aeree e ferroviarie l’elenco dei passeggeri dello stesso volo o dello stesso vagone, per testarli ed evitare che il morbo si propaghi. Le squadre del contact tracing regionale sono già state potenziate, come raccontato dal Messaggero: i “detective” del Covid nelle Asl sono stati raddoppiati, passando da 100 a 200 esperti, più 490 infermieri appena assunti. Il governatore Nicola Zingaretti ieri ha ribadito che «non bisogna abbassare la guardia; Roma è il cuore dello Stato e vi sono i principali snodi ferroviari e aeroportuali del Paese. Compito di tutte le istituzioni, a partire da quelle nazionali, è tutelare la Capitale e la Regione della Capitale». Concetti sui quali nei giorni scorsi aveva battuto l’assessore D’Amato che ora si augura «il tracciamento a livello nazionale». Troppo complicato, secondo la Pisana, metterlo in pratica invece su base locale, anche dopo il via libera del ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, che due giorni fa aveva autorizzato i governatori a conservare per due settimane i dati sugli arrivi, purché su base volontaria. Per Zingaretti, in ogni caso, «con l’apertura della mobilità interregionale e fra i Paesi europei sarà necessario rispettare ancora di più le regole».
I CAMICI BIANCHI
Secondo l’Ordine dei medici di Roma, il tracciamento, però, «sarebbe stato utile, soprattutto ora che ci si potrà spostare liberamente in tutta Italia». Per il presidente dei camici bianchi, Antonio Magi, «il tracciamento è uno strumento importante per ricostruire i contatti di chi si scopre positivo solo in un secondo momento e per limitare quindi il rischio di focolai. Nessuno dovrebbe sentirsi offeso, non è una caccia agli untori, ma una garanzia per la salute e la sicurezza di tutti». Sulle riaperture, aggiunge, «sarebbe servita probabilmente cautela, soprattutto dalle regioni che hanno più contagi». Su questo, va detto, anche l’assessore D’Amato si era espresso in modo simile, chiedendo al governo che si prendessero decisioni «in base alle evidenze scientifiche, senza cedere a pressioni politiche».

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