Riaperture: arrivi dal Nord, frenata sui test: «E tracciamenti solo volontari»

Riaperture: arrivi dal Nord, frenata sui test: «E tracciamenti solo volontari»
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 2 Giugno 2020, 01:32 - Ultimo aggiornamento: 16:08

Controlli solo a chi ha la febbre, nessuno agli asintomatici. E i questionari per registrare i passeggeri che arrivano dalle zone più colpite dal Covid, Lombardia in testa, oltre ad essere a discrezione delle regioni, saranno solo «volontari», nessun obbligo per chi è in viaggio. Questa la linea decisa dal ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, dopo un valzer di chiamate con i governatori, compreso quello della Lombardia, Attilio Fontana. «Sulle riaperture il clima è positivo», dicevano ieri sera al dicastero di Boccia al termine di una giornata che, di fatto, ha segnato una sostanziale frenata sul tracciamento di chi da domani potrà spostarsi liberamente in tutto il Paese, anche prendendo un aereo (o un treno) dalle regioni che continuano a riportare contagi a un ritmo molto superiore al resto dello Stivale.

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Pronti via: da domani in tutta Italia le Ferrovie riattiveranno 80 “frecce” e 48 intercity, più 4.653 corse regionali. Ma niente test in batteria all’arrivo in stazioni e aeroporti. Perfino il questionario da compilare e conservare in una banca dati regionale per due settimane sembra ormai un’idea tramontata, quasi ovunque. L’unica a rilanciarla, ieri, è stata la Sardegna, che dopo avere proposto il “passaporto sanitario” nei giorni scorsi, ha ipotizzato un «questionario» per i turisti, così ha detto il governatore Solinas, proponendo anche un incentivo, una sorta di voucher, a chi sceglierà di sottoporsi al test prima d’imbarcarsi. I moduli in ogni caso saranno compilati «volontariamente e nel rispetto della privacy», questo è l’input arrivato dal ministro Boccia. Anche la Puglia chiede ai turisti di registrarsi, mentre in Sicilia da venerdì sarà attiva un’app parallela a Immuni, “Sicilia Sicura”, pure quella rigorosamente «facoltativa», che permetterà a chi sbarca sull’isola di poter ricevere l’assistenza dell’unità sanitaria per i turisti.
Nel Lazio, dove fino all’altro ieri si ipotizzava il tracciamento degli arrivi dal Nord e i test rapidi ai passeggeri, alla fine restano i termoscanner già attivi da marzo (torneranno alla stazione Termini e rimarranno operativi a Fiumicino) per misurare la febbre ai viaggiatori. Chi supera i 37 gradi e mezzo, dopo un triage, sarà accompagnato ai drive-in sanitari per il tampone del Covid. Solo in caso di positività la Regione chiederà la lista dei compagni di viaggio del contagiato. Stessa filosofia della Campania: anche qui, niente questionari, nemmeno volontari, ma test sierologici solo a chi ha la febbre nei grandi scali di Napoli e Salerno. 
Roma «è la Capitale e va tutelata», ha rimarcato ieri il governatore del Lazio e segretario del Pd, Nicola Zingaretti. «È il cuore dello Stato, ci sono i principali snodi ferroviari e aeroportuali del Paese. Compito delle istituzioni è difenderla». «Qualche quota di rischio va presa, altrimenti non apriremo mai», ha detto ieri il presidente della conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, mediatore in queste settimane tra le richieste dei governatori e l’esecutivo. Una trattativa che alla fine sembra concludersi senza strappi. Anzi, c’è perfino chi, come la governatrice calabrese, Jole Santelli ironizza su possibili bonus mangerecci: «La Calabria è aperta a tutti e a chi viene gli si offre una cena».

Tra i virologi c’è molta più cautela. Ancora si aspettano i risultati delle riaperture del 18 maggio - dati attendibili si avranno intorno all’8 giugno - e il via libera agli spostamenti ovunque, senza controlli, rischia di avere un impatto ancora maggiore. «Dal punto di vista dei rischi epidemiologici, probabilmente in Lombardia si sarebbe dovuto aspettare di più - commenta Massimo Andreoni, direttore della Società italiana di Malattie infettive - Anche lo slittamento di una settimana non sarebbe bastato per abbassare il numero dei contagi significativamente. E il fatto che una persona proveniente da quella zona abbia più possibilità di essere un soggetto portatore del Covid rispetto a chi arriva dal resto d’Italia è indiscutibile. Il rischio non è altissimo, ma c’è».
 

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