Papa Francesco vara il codice degli appalti, spese centralizzate e controlli sulle aziende

Papa Francesco vara il codice degli appalti, spese centralizzate e controlli sulle aziende
di Franca Giansoldati
3 Minuti di Lettura
Lunedì 1 Giugno 2020, 12:09

Città del Vaticano – Gli appalti in Vaticano saranno (finalmente) regolati da un codice. Erano anni che se ne parlava, già ai tempi di Benedetto XVI quando c'era chi aveva sollevato la necessità di centralizzare tutto per esercitare un maggiore controllo sui costi che a volte lievitavano senza ragione oppure per evitare imbarazzanti conflitti di interesse. La questione era sempre stata fatta cadere poiché andava a scontrarsi con tanti piccoli centri di potere che ogni amministrazione curiale aveva.

Viene pubblicato oggi il Motu proprio sulla trasparenza, controllo e concorrenza nelle procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano. Il testo sarà promulgato mediante la pubblicazione su L’Osservatore Romano ed entrerà in vigore trenta giorni da oggi.

In pratica viene costituito un unico Albo degli operatori economici (attualmente ogni amministrazione possiede il proprio) che includerà solo aziende o persone in grado di dimostrare serietà e legalità e con le carte in regola sia dal punto di vista penale che fiscale (non devono mai avere avuto procedimenti penali, fiscali). L'Albo garantirà regole comuni per il conferimento di lavori edili, acquisti di forniture, servizi senza che vi siano forme di discriminazione o discrezionalità. Cosa che, invece, in assenza di una piattaforma unica capitava di frequente. L'obiettivo è di favorire, si legge nel documento, una leale concorrenza e una concreta economia di spesa. 

A questo passaggio se ne aggiunge un secondo di natura giuridica. Sono state individuati percorsi per assicurare anche l'eventuale ricorso alla tutela giurisdizionale in caso di controversie sulle procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici, come pure per le procedure legate al funzionamento dell’Albo.

Le intenzioni del Papa sono di limitare il pericolo di corruzione di quanti sono chiamati alla responsabilità di governo e di gestione degli Enti della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano.

Il documento è il frutto di un lavoro tra i vari enti della Curia, l'Apsa e il Governatorato, forse il maggiore centro di appalti esistenti in Vaticano, visto che da questo grande municipio dipendono i maggiori uffici e servizi che riguardano il funzionamento del piccolo stato pontificio: dalla sicurezza ai magazzini, dal servizio giardini al parco macchine. 

In pratica si tratterà di un codice unico, che supera la regolamentazione attualmente in vigore presso alcune singole realtà e si applica a tutti gli enti riferibili alla Santa Sede e allo Stato della Città del Vaticano. 

Il nuovo presidente del tribunale vaticano, l'ex Procuratore Capo di Roma, Giuseppe Pignatone (che da poco ha anche accettato l'incarico di presidente dell'Organismo di Vigilanza della Tim) ha sottolineato che questo passaggio per il Vaticano è essenziale per realizzare notevoli economie di spesa come risultato di una più ampia e corretta concorrenza tra gli operatori economici interessati che potranno iscriversi all'Albo. Inoltre da ricordare il tema della riduzione delle spese che è estremamente attuale e importante in questo momento, purtroppo destinato a durare, di gravi difficoltà economiche per il mondo intero». Infine, ricorda il «deciso impegno contro il rischio di corruzione». 

E' previsto anche un unico centro di spesa. L’Apsa, con procedimento congiunto con il Governatorato pubblicherà e aggiornerà ogni sei mesi l’elenco dei prezzi e i corrispettivi di riferimento dei beni e servizi insieme al costo del lavoro dei professionisti iscritti all’Albo: « saranno calcolati prendendo in considerazione prezzi e corrispettivi nei mercati in cui gli enti vaticani si approvvigionano. Gli enti vaticani dovranno pianificare gli acquisti entro il 31 ottobre di ogni anno».







 

© RIPRODUZIONE RISERVATA