Amelia e Narni restano
senza il pronto soccorso
Disagi per 60 mila persone

Amelia e Narni restano senza il pronto soccorso Disagi per 60 mila persone
di Francesca Tomassini
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Domenica 31 Maggio 2020, 11:21 - Ultimo aggiornamento: 2 Giugno, 00:11
Oltre dieci comuni, 60.000 abitanti, un raggio di circa 80 km sono questi i numeri del buco nero creato dalla chiusura dei punti di primo soccorso degli ospedali di Narni e Amelia. Una decisione pervenuta durante l’emergenza Covid e che sta creando non pochi disagi agli utenti che abitano il comprensorio narnese e amerino, soprattutto a quelli che rientrano nella casistica dei codici verdi o gialli. Ad oggi infatti, in caso di necessità, gli unici accessi più vicini disponibili sono il pronto soccorso di Terni e quello di Orvieto. E la situazione rimarrà invariata, fatto salvo di miglioramenti eccezionali sul fronte virus, almeno fino al prossimo 31 dicembre, data attualmente prevista come termine dell’emergenza sanitaria. Tutto è cominciato il 12 marzo scorso quando, in piena pandemia, la Regione Umbria aveva deliberato la chiusura dei due presidi per motivi di sicurezza. Secondo quanto dichiarato dagli stessi operatori infatti, a causa della carenza di attrezzature e dei dispositivi di protezione individuale, le due strutture non sarebbero state in grado di gestire eventuali casi di Covid-19 nel rispetto delle regole di contenimento del contagio. Nei giorni scorsi però, a fronte dell’azzeramento dei nuovi casi in tutta la Regione, la questione chiusura è tornata sul piatto. Con qualche nuovo elemento.
Infatti, se da un lato l’opinione pubblica preme perché sul territorio narnese e amerino vengano mantenuti i due punti di primo soccorso, dall’altra sembra che, già in tempi ante Covid, siano stati alcuni degli stessi medici che vi lavorano a chiederne la chiusura o quantomeno un ridimensionamento degli orari eliminando almeno l’apertura notturna. Fra le motivazioni, la carenza e l’inadeguatezza delle attrezzature per assistere le urgenze. La linea assunta dagli internisti del Santa Maria dei Laici si basa sull’inadeguatezza della struttura nella gestione di tutti i tipi di emergenza. «In Umbria abbiamo un tasso altissimo di denunce contro l’operato dei medici -spiega il vice sindaco di Amelia e assessore alla sanità Andrea Nunzi- e lavorare in certe condizioni, aumenta esponenzialmente la possibilità di errore oltre ovviamente a mettere a rischio la vita dei pazienti».
«Di fronte a questa situazione ci saremmo aspettati una reazione da parte dei medici di Terni e Orvieto - spiega un’operatrice del 118- sarebbe più costruttivo del prenderci a male parole quando portiamo troppi pazienti. Anche perchè sanno benissimo che non possiamo fare altrimenti». «Per ovviare al problema del sovraffollamento - spiega la sindaca di Amelia Laura Pernazza - il commissario straordinario Massimo de Fino, ha confermato la possibilità di convogliare alcuni dei codici gialli o verdi dalle ambulanze direttamente ai reparti ospedalieri di Narni e Amelia». 
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