Lo spiega con convinzione l'avvocato Valeria Passeri, che assiste WWF, il gruppo ecologista Il Riccio, l’associazione No centrale biomasse a Fabro, a nome anche dei colleghi Valter Biscotti, legale del Comitato per la salvaguardia della Valnestore, e Marcello Volpi, avvocato del Comitato Soltanto la salute. Nell'area intorno all'ex centrale Enel di Pietrafitta «350mila tonnellate di ceneri ancora giacciono interrate, quindi il reato di discarica abusiva persiste. Prova ne è il rinvio a giudizio di Riccioni, Patalocco e Bufaloni». Passeri si riferisce al titolare dell'azienda agraria R.G. e
agli amministratori di Valnestore sviluppo, le cui posizioni riguardo le accuse più gravi appunto sono state archiviate definitivamente, ma che due giorni fa avrebbero dovuto presentarsi davanti al giudice Marco Verola per rispondere di omessa bonifica per quei milioni di metri cubi di ceneri che ancora sono sotterrate in varie parti del territorio della valle. Accusa mossa sempre dai sostituti procuratori Gemma Miliani e Paolo Abbritti. L'udienza però, causa norme anti-Covid, è stata rinviata: appuntamento tra un anno, il 27 maggio 2021. Ma nel frattempo famiglie e associazioni promettono che non resteranno a guardare.
«Nonostante il giudice abbia praticamente obliterato le posizioni delle difese – prosegue Passeri -, non ha fatto alcun riferimento alla discarica. E noi su quello ci muoveremo. Perché lo stesso giudice ha riconosciuto come quelle ceneri siano rifiuti speciali, che come tali andavano stoccati, trasportati e interrati. C'erano autorizzazioni che ora sono scadute e non possono essere utilizzate e quei rifiuti giacciono ancora lì: faremo una denuncia per la discarica abusiva, perché chi ha commesso reati va punito. La presenteremo in procura, ma anche alla Commissione Ecoreati, perché quelle ceneri vanno rimosse. Prendiamo atto della sentenza di giovedì, ma riteniamo sia un provvedimento contestabile proprio perché non fa alcun accenno alla discarica. Non ci arrendiamo, andiamo avanti».
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