Ed è così che è nata l'idea del consorzio, o della cittadella della movida come è stata ribattezzata nel corso dell'incontro di ieri. L'unione dei locali che hanno così la possibilità di mettere in campo gli strumenti per una movida vivibile. Dai vigilantes, che non devono fare i buttafuori (e nemmeno gli sceriffi), alle telecamere private dei locali da potenziare per dare più occhi alla polizia sulla città. Le mosse da fare per una movida integrata con la città non mancano. E non servono soluzioni energiche come quella del presidio mobile di polizia in piazza San Francesco, di cui si è parlato nei giorni scorsi. Non è questa la strada indicata dal questore Massucci, almeno per il momento. Tutto, infatti, dipenderà da come passerà questo fine settimana. L'incontro di ieri è stato aggiornata a mercoledì prossimo, quando si tireranno le somme delle serate trascorse. Un piano, quello illustrato dal questore Massucci, che non è piaciuto ai residenti. La delegazione che ha partecipato all'incontro stava infatti per lasciare anzitempo la riunione. «Se non altro siamo grati al Comune e al questore che ci hanno invitati, ma nutriamo forti perplessità sulle azioni che intende mettere in atto il questore», commenta Marcello Giovannetti, portavoce dell'associazione Vivere il centro storico.
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