Komboleo, gioco da tavolo inventato dai bimbi delle baraccopoli africane ha aiutato i migranti in Italia

credit Amref
di Franca Giansoldati
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Venerdì 29 Maggio 2020, 12:19

Dalla pandemia spuntano anche storie incredibili e bellissime. Come quella del gioco da tavolo chiamato Komboleo, inventato nelle baraccopoli africane dai bambini degli slum, e trasformato in una scatola colorata che è stata donata in questi mesi da una ong italiana – Amref - alle famiglie dei migranti padovani, milanesi, pisani, romani e palerminati in quarantena, per alleviare loro l'isolamento . 

Komboleo che nella lingua dei bambini kenioti significa “salvare per cambiare” è una specie di Monopoli. Bisogna salvare il personaggio del gioco che è in pericolo, insieme. Metterlo in salvo ma cooperando. Il gioco è nato a Nairobi, nello slum di Dagoretti, dove vive un gruppo di amici. Un giorno il gruppo si accorge che uno di loro è andato nella foresta e il gruppo vuole partire per andarlo a cercare. La dinamica che i piccoli hanno riprodotto è la stessa. Unirsi per salvare qualcuno.

In otto città italiane, in pieno lockdown, un operatore ha girato di casa in casa per regalare quel gioco brevettato nelle baraccopoli. Amref ha raccontato che le famiglie dei migranti oggetto di questo dono avevano tutte dei bambini a casa. Komboleo è stato così l'inizio di una risposta differente visto che i bambini non hanno bisogno solo di mangiare. Hanno bisogno di imparare, socializzare, giocare.

Il gioco comprende 8 personaggi, delineati in base alle paure, alle abilità, ai punti di forza e alle debolezze dei loro ideatori. A differenza dei comuni giochi da tavolo, Komboleo non contrappone un giocatore all'altro, ma i vari partecipanti collaborano per vincere. Obiettivo comune: trovare e riportare a casa il componente del gruppo in pericolo. Se ci riusciranno, tutti avranno vinto. Se non ci riusciranno, la sconfitta sarà comune, così come il desiderio di provarci ancora.

Komboleo è stato riprodotto in una versione in cartone, dentro una scatola, da tre educatori di Amref e un disegnatore. Le illustrazioni, realizzate sulla base del progetto iniziale dei bambini di Dagoretti, sono state portate a termine dagli allievi di Simone Rea, della Scuola Romana del Fumetto. Il progetto "Out of the street" è stato finanziato dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics).

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