Giorgetti, la mente di MSGM: «Dovremo creare abiti anche per non uscire»

Giorgetti, la mente di MSGM: «Dovremo creare abiti anche per non uscire»
di Veronica Timperi
4 Minuti di Lettura
Venerdì 29 Maggio 2020, 18:56

La moda post coronavirus deve dire addio al superfluo, essere consapevole e fare largo all'homewear, l'abbigliamento da casa. Parola di Massimo Giorgetti, designer 42enne romagnolo, creatore del brand MSGM che proprio in questi giorni ha lanciato un progetto benefico rivolto a bambini bisognosi di supporto materiale ed educativo a causa del Covid-19. Si chiama Logos For The Future: attraverso Instagram i follower sono chiamati a disegnare un logo originale entro il 15 giugno e i migliori 5 appariranno in una capsule collection il cui ricavato sarà devoluto a Save The Children Italia. Lo stilista del marchio amato dai nuovi cantautori italiani (Coez, Mahmood, Ghali), racconta la sua quarantena tra bisogno di nuova spiritualità, necessità di un cambiamento e il sogno di vestire una coppia di potere.

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Come dovrà cambiare l'universo fashion dopo il Covid-19?
«Servono progetti seri e consapevoli in chiave green, e non parlo solo di etichette, materiali e packaging a impatto zero. Bisogna ripensare anche alle tempistiche, perché se non ci fosse stato il coronavirus saremmo ancora dei criceti che corrono nella ruota. Evitare quindi meccanismi che fagocitano come è successo in America con il see now buy now che ha cancellato una delle parti più belle per i clienti vecchio stampo come me, l'attesa che arrivassero i capi in negozio».

Cosa ne pensa della scelta di molti marchi, ultimo Gucci, di presentare meno collezioni?
«Sono totalmente d'accordo, perché da un anno spingevo in questa direzione dicendo di spostare le consegne dei capi, di ridurre le collezioni, parlando dei saldi anticipati come del vero problema della moda».

Periodi di grande cambiamento sociale hanno sempre influenzato la moda, come ci vestiremo dopo il coronavirus?
«A febbraio tutti hanno decretato la fine dello streetwear. Oggi invece, è più che mai in voga, ma lo chiamerei diversamente: homewear. Se in ufficio si andrà sempre meno, se non ci saranno occasioni come serate in discoteca, concerti, determinati capi non si potranno sfoggiare e la moda si dovrà adeguare».

Questo influirà sull'estetica delle sue prossime creazioni?
«A livello creativo le mie ispirazioni sono sempre le stesse. Quello che è cambiato è la domanda finale che mi faccio quando passo un disegno. Mi chiedo: ci sarà ancora bisogno di questa cosa? La mia risposta è che forse abbiamo bisogno di cose un po' meno wow e più comode e allora tolgo una rouche, un volant e vado verso creazioni più semplici ma non basiche, sempre cool ma facili da indossare».

Quali saranno quindi i must di quest'estate?
«Sicuramente t-shirt, pantaloni cargo, shorts, sneakers. Come fantasia decisamente il tye die, che per MSGM è iconico. Quest'anno abbiamo pensato di far creare ai clienti la loro maglia tye die, mettendo in vendita le nostre t-shirt bianche con fialette dei nostri quattro colori (rosso, verde, viola e blu) e le istruzioni per realizzarle. Nel giro di due giorni sono andate sold out, magari è stato un passatempo nella quarantena».

Lei come ha vissuto il lockdown?
«Ho cercato sempre di essere positivo, ma col senno di poi posso dire che marzo lo vorrei dimenticare, è stato traumatico. Mi sono preso cura di me, del mio corpo e del mio spirito e ho scoperto tante cose: la mia casa, il quartiere grazie alle passeggiate con i miei cani, ho letto tanto. Il mese di aprile è andato meglio, è arrivata una nuova consapevolezza».

Come nasce la sua passione per la moda?
«Ho trascorso un'infanzia molto felice in Romagna tra campagna e mare, in cui ho respirato moda nelle aziende dei miei zii (una si occupava di jeans e ricami e l'altra di maglieria). A 11 anni andavo in edicola con mia madre e compravo Vogue. Due giorni dopo la maturità, nel 97, sono andato a fare il commesso in un famoso multibrand di Riccione. Di lì a 2 anni ho creato le mie prime micro capsule di t-shirt, jeans, felpe che vendevo da solo. Ero molto intraprendente e lo sono ancora. Quest'inverno volevo fare una capsule con Dario Argento. Mi sono buttato, gli ho scritto una mail all'indirizzo trovato su Instagram, mi ha risposto ed è nata una collaborazione».

MSGM veste molti personaggi legati alla musica. Chi le piacerebbe vestire?
«Oltre alla musica subisco il fascino della politica. Se proprio devo sognare vorrei vestire Michelle e Barack Obama, quando erano alla Casa Bianca il mondo sembrava più possibilista. Ecco, se mai nella prossima botta di intraprendenza...».

 

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