Schick e Piatek, i gol per le loro rivincite e i rimpianti (pochi) di Roma e Milan

Schick e Piatek, i gol per le loro rivincite e i rimpianti (pochi) di Roma e Milan
di Alessandro Angeloni
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Giovedì 28 Maggio 2020, 16:12 - Ultimo aggiornamento: 16:14

Hanno più o meno la stessa età e, forse, il medesimo destino. Patrik Schick è del ‘96, Krzysztof Piatek del ‘95, entrambi sono inseriti in un elenco, quello dei campionacini sì, ma sotto la voce “scarti”. Patrik sbolognato dalla Roma, Krzysztof dal Milan, dopo averli strapagati, entrambi intorno ai 35 milioni. Lasciamo perdere i discorsi di rivincite o se hanno fatto bene giallorossi o rossoneri a non contare su di loro o se invece si dovranno pentire amaramente delle scelte fatte. Siamo sempre lì, ognuno alla fine ha tratto il proprio guadagno. Ma una cosa è certa, questi due ragazzi, nella Bundesliga, uno con la maglia del Lipsia, l’altro con quella dell’Herta di Berlino stanno pian piano trovando la loro giusta dimensione, per se stessi, per le loro qualità, che nell'ultima esperienza italiana, questo è un dato inconfutabile, non sono riusciti a mettere in evidenza.



L’ultima giornata di Bundes li ha visti uno contro l’altro, un gollonzo per Patrik e un rigore trasformato, con tanto di esultanza da pistolero, Krzysztof. Al di là del rendimento complessivo, Schick e Piatek almeno giocano e si divertono, svolgono il loro lavoro. Da due settimane, mentre il loro vecchio nido, l’Italia, sta discutendo sulle date della tanto attesa ripartenza. Meglio loro, insomma, che noi. La Bundesliga è la terra della resurrezione, un po’ per tutti. Sia per il campionato, sia per certi calciatori che da quelle parti vivono senza pressioni. Schick, otto gol in questa stagione, spesso da panchinaro ne è forse la dimostrazione più eccellente. Il classico ragazzo che ha bisogno di fiducia, che non sa sgomitare e che a Roma ha sofferto troppo le esclusioni, senza mai reagire, in più con tanti infortuni; Piatek ha sofferto le pressioni di Milano, una piazza che vive di nostrlgia, di quel grande Milan che fu e che ora non è più. E ora mettici pure la maledizione della maglia numero 9, che da Inzaghi in poi non ha trovato più padroni e ha ingoiato tutti, compreso il promettente asso polacco. Arrivato a Milano dopo gli squilli di Genova, Krzysztof è annegato e oggi ritrova un po’ di buon umore: è andato via dal Milan dopo 41 presenze e solo 16 reti. La strada è ancora lunga, due reti (entrambi si rigore) negli ultimi sei mesi non sono in grande bottino, ma è già qualcosa. Patrik, meglio, dopo che a Roma aveva lasciato 8 reti in 58 gare. Anche perché la sua militanza in Germania è più lunga, quasi un anno. Il Milan al massimo potrà mangiarsi le mani, ma intanto gode dei 27 milioni che l’Hertha ha pagato per Piatek, mentre la Roma può ancora monetizzare visto che il Ceco è lì in prestito oneroso con riscatto già fissato. Adesso si tratta sullo sconto, minime situazioni in epoca di coronavirus. Ma la verità è che la Roma, Patrik, ha deciso di perderlo già un anno fa. E la sensazione è che alla fine siano tutti contenti, calciatori e club. E buona pace per ognuno, senza rimpianti. Perché evidentemente non poteva andare diversamente. in questo caso, per colpa di tutti.

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