Perde il lavoro, diventa volontaria della ProCiv: «Voglio stare vicino a chi sta peggio di me»

Cristiana Maceroni al centro della foto con l'assessora alla Protezione Civile di Rimini Anna Montini
di Vanna Ugolini
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Giovedì 28 Maggio 2020, 13:00

Si sarebbe potuta far prendere dalla disperazione e dallo sconforto. Si sarebbe potuta chiudere in se stessa e cadere in depressione. Cristiana Maceroni, 45 anni, sposata con uan figlia, Alice, rimasta bloccata in Francia, dove faceva l'Erasmus, per il Coronavirus, invece, ha deciso che il lutto per la perdita del lavoro andava superato, che bisognava andava avanti e pensare a chi stava ancora peggio in giornate difficili, con il lavoro sulla Riviera romagnola che stenta a ripartire e i molti stagionali che non riusciranno a fare per quest'anno i mesi estivi al lavoro. Cristiana lavora in una grande azienda che si occupa di vacanze e viaggi. Una tipologia di azienda che è stata tra le prime a essere travolta dalla crisi provocata dal Coronavirus. Tra l'altro ci era arrivata da poco, dopo una gavetta lunghissima di trasferimenti da una città all'altra, lavori prima nel settore dei servizi alla persone e poi nel turismo, forte anche della conoscenza di diverse lingue straniere. «In effetti pensavo finamente di poter guardare al futuro con un po' di serenità, avevo ottenuto il posto che volevo e il lavoro che mi piaceva fare». Un sogno che è durato pochi mesi, fatto a pezzi dal Covid. Ma non del tutto. «Sono entrata in cassa integrazione e mi sono ritrovata con tanto tempo a disposizione. Non sono voluta stare con le mani in mano. Io, almeno, qualche prospettiva ce l'avevo ancora. Ma c'era gente che stava peggio di me. Così ho fatto domanda per entrare nella Protezione civile di Rimini, che è una delle poche associazioni che è rimasta sempre attiva, anche durante i momenti più difficili, quelli in cui Rimini è stata zona arancione e c'era una situazione sanitaria molto difficile».
Cristiana, dunque, è stata accettata ed è diventata volontaria. Porta a casa delle famiglie che hanno più bisogno la spesa, organizza le collette alimentari, fa informazione. «Ho visto delle situazioni che mai avrei immaginato a Rimini. Ho visto gente che non aveva niente da mangiare, ho visto persone piangere quando andavamo a portare loro la spesa, soprattutto stagionali che avevano saputo che l'attività per cui lavoravano non avrebbe riaperto. In Comune è arrivata nei giorni scorsi la lista di altre 104 famiglie che sono entrare a far parte della categoria dei "nuovi poveri". Famiglie che vivevano già con difficoltà e che questa pandemia ha messo completamente in ginocchio». Per questo Cristiana è contenta della sua scelta. E qualcosa, nel frattempo, si è ricominciato a muovere. «Ho ricominciato a lavorare qualche ora part time, poi ho la Cig al 50 per cento. Lo stipendio si è assottigliato moltissimo ma, comunque, significa rimanere dentro i meccanismi del lavoro. La speranza è che si possa ricominciare a viaggiare e, io, quindi, a lavorare». Intanto c'è da continuare a pensare a chi ha meno risorse. Per loro c'è il coraggio e la generosità di Cristiana che bussa alla porta. 

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