Latina, indagando su una bomba e un'auto crivellata la polizia sgomina banda di spacciatori

Latina, indagando su una bomba e un'auto crivellata la polizia sgomina banda di spacciatori
di Laura Pesino
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Giovedì 28 Maggio 2020, 08:05
Due attentati a distanza di mesi consumati a Latina, apparentemente slegati, senza nulla in comune. Il primo a marzo 2019, con l’esplosione dell’auto del titolare di una rivendita di fiori al cimitero, Marco Costanzo, 46 anni. Il secondo il 14 giugno, quando l’auto di Nazzareno Di Giorgio, 50enne del capoluogo, era stata crivellata di colpi di arma da fuoco esplosi ad altezza uomo. Sono partiti da questo episodio gli investigatori della squadra mobile di Latina, diretti dal vicequestore Giuseppe Pontecorvo, per dare un volto e un nome al responsabile del tentato omicidio, scoprendo poi che si trattava del mandante anche dell’intimidazione al commerciante: Giovanni Cambria, classe ’61, arrestato già a giugno 2019. In entrambi i casi alla base degli attentati c’era un movente legato alla gelosia e a un proposito di vendetta maturato nei confronti di Nazzareno Di Giorgio, ex convivente dell’attuale compagna di Cambria.

Ma proprio indagando su questi episodi gli investigatori hanno avviato un’attività investigativa parallela che ha portato alla luce un giro di cocaina che riforniva le piazze di spaccio del capoluogo pontino e di Cisterna e che coinvolgeva proprio le due vittime, Nazzareno Di Giorgio e Marco Costanzo, “soci” in affari per la droga. Ieri, nell’ambito dell’operazione “Bellavista”, i due uomini sono finiti in carcere per detenzione e spaccio di stupefacenti insieme a Emiliano Valenti, 45 anni, e Mario Guiglia, 52 anni, che si occupavano prevalentemente dello spaccio al dettaglio della cocaina e della sua custodia, e ad Andrea Reale, 47 anni, considerato invece il fornitore del gruppo.

Estraneo al giro di droga ma responsabile dell’attentato a Costanzo, è stato arrestato nella stessa operazione anche Giovanni Cambria, pregiudicato di spessore con un curriculum criminale di rilievo e sentenze di condanna passate in giudicato. Fondamentali, per ricostruire la dinamica della circolazione dello stupefacente, sono stati i riscontri ottenuti grazie ai sequestri di droga (Costanzo era stato arrestato a luglio scorso con 50 grammi di cocaina), alle intercettazioni telefoniche e ambientali e alle dichiarazioni dei clienti, per lo più professionisti tra i 30 e i 40 anni ma anche molti giovanissimi che per una singola dose arrivavano a pagare anche 100 euro. Lo stupefacente era custodito all’interno di un garage poco lontano dal centro di Latina, diventato un vero e proprio bunker in cui gli indagati avevano perfino installato particolari congegni per individuare microspie.
«Non si tratta di un’organizzazione criminale – ha spiegato il vicequestore Pontecorvo – ma di un gruppo comunque ben strutturato in cui ciascuno aveva un ruolo specifico. Abbiamo poi individuato il mandante e il movente, di natura personale, degli episodi di intimidazione dello scorso anno».
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