Covid, l'Università di Chieti: «Il virus sembra temere sole e clima secco»

Studio Università di Chieti: «Il virus sembra temere sole e clima secco»
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Mercoledì 27 Maggio 2020, 19:14 - Ultimo aggiornamento: 21:01

Un team multidisciplinare composto anche da ricercatori abruzzesi ha condotto l’analisi, questi i risultati preliminari c’è una relazione tra coronavirus e condizioni climatiche? Secondo i risultati preliminari di uno studio in corso condotto da un team multidisciplinare composto da esperti e accademici delle Università Bicocca di Milano, Roma Tre e Chieti-Pescara, la risposta è sì: il virus sembra temere un clima molto asciutto e forte soleggiamento.

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In presenza di queste due condizioni «il virus sembra diffondersi meno», spiega Massimiliano Fazzini, climatologo dell’Università di Camerino e coordinatore del gruppo di esperti sul «Rischio Climatico» della Società Italiana di Geologia Ambientale (Sigea). «Abbiamo messo a confronto il numero di tamponi positivi, di casi di contagio, con le condizioni climatiche e meteorologiche di quel periodo, e questi sono i primi risultati ottenuti - dice - quando il clima è caratterizzato da un’umidità relativa bassa e c’è forte soleggiamento, il virus sembrerebbe diffondersi meno, anche se non di molto ma bisogna tenere presente che abbiamo preso in esame il periodo che va fino al 30 aprile, quando le temperature hanno raggiunto un massimo di 25,5 gradi». Non è escluso, secondo lo studio, che possa ulteriormente scemare oltre i 27 gradi. 


 

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