Terni, Andy Warhol c'è
Mostra su prenotazione

Terni, Andy Warhol c'è Mostra su prenotazione
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Mercoledì 27 Maggio 2020, 18:00 - Ultimo aggiornamento: 18:15
Inaugurata il 7 marzo, la mostra Andy Warhol in the city è restata aperta un solo giorno: chiusa l'indomani mattina per decreto. «Si tratta di uno di quei grandi eventi che serve alla città» disse il sindaco di Terni Leonardo Latini al momento del taglio del nastro. Tanto che i manifesti non vengono tolti né da Corso Tacito né da Palazzo di Primavera, in attesa del ritorno alla normalità. Circa 140 opere che ripercorrono la produzione artistica di Warhol, dall'inizio della sua carriera fino al 1987, anno in cui scompare a New York, che restano blindati nelle sede espositiva ternana, in attesa della ripartenza. «Questa mattina ha riaperto una parte della Bct e sabato 30, grazie ad un accordo con gli organizzatori dell'antologica del padre della Pop Art, riapre la mostra di Warhol» annuncia l'assessore alla cultura Andrea Giuli. Dalla serie Golden botton of my garden degli anni Cinquanta, si passa al Death & disaster degli anni Sessanta, fino ad arrivare al mito di Marilyn Monroe, al fascino di Liz Taylor e Liza Minnelli, al carisma di Che Guevara, alle bottiglie di Coca Cola, alle lattine di zuppa Campbell's, fino al vinile. «In vista di questa nuova inaugurazione la New Factory Art che grazie alla collaborazione con Pubbliwork Eventi fa arrivare a Terni la mostra, inserisce nuove opere uniche su tela, mai esposte prima in Italia», dichiarano gli organizzatori. «E' consigliata la prenotazione, per regolare l'afflusso del pubblico in base alle normative vigenti in materia di prevenzione del Covid-19» .
Altra novità è che la mostra resterà aperta fino al 9 agosto, quindi ben dieci giorni in più rispetto al calendario precedente. In totale saranno dunque 150 le opere in esposizione: 140 rimaste cristallizzate per i mesi del lockdown, più quelle inedite che arrivano da collezionisti americani. Confermati gli spazi dedicati alla Pop Art emergente a firma di Lucrezia Di Canio, Pier Giuseppe Pesce e Mark Kostabi.
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