Recovery Fund: cosa è, da dove vengono i 750 miliardi e a cosa serviranno

Recovery Fund: cosa è, da dove vengono i 750 miliardi e a cosa serviranno
di Luca Cifoni
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Mercoledì 27 Maggio 2020, 15:49 - Ultimo aggiornamento: 16:11

Si chiama "Next Generation Eu" , in italiano più o meno "Unione europea prossima generazione" l'atteso Recovery Fund, il fondo per la ripresa da 750 miliardi di euro illustrato finalmente oggi dalla Commissione europea. Uno schema ambizioso, nell'ambito di un piano complessivo ancora più impegnativo per l'uscita dall'emergenza coronavirus, che comprende altre iniziative in parte già note in parte no: per essere tradotto in realtà avrà però ancora bisogno di qualche delicato passaggio politico, come ha già messo in chiaro il governo olandese.

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Da dove vengono soldi. I i 750 miliardi saranno sostanzialmente raccolti sui mercati finanziari attraverso l'emissione di obbligazioni (fino alla durata di 30 anni) che sfrutteranno l'alto merito di credito (rating) di cui gode la Commissione europea. Allo stesso tempo l'Unione alzerà al  2 per cento del proprio reddito nazionale lordo il tetto delle risorse proprie, ovvero entrate gestite direttamente a livello europeo. Nell'immediato, per garantire un'adeguata dotazione e poter intervenire in modo efficace fin dall'inizio, la Commissione proporrà di incrementare di 11,5 miliardi di euro le disponibilità del quadro pluriennale 2014-2020

A chi andranno i soldi e come saranno usati. Le risorse verranno assegnate ai Paesi membri per 500 miliardi sotto forma di trasferimenti a fondo perduto, per altri 250 miliardi come prestiti. L'assegnazione dei fondi è proporzionale alle esigenze dei Paesi e per questo la quota italiana, tra contributi e finanziamenti da restituire, dovrebbe arrivare a 173 miliardi, un ammontare molto maggiore di quello riservato ad altre grandi economie dell'Unione. Le risorse dovranno essere impiegate entro la fine del 2024 nell'ambito di finalità definite a livello europeo: il principale obiettivo è il rafforzamento dell'economia attraverso la transizione digitale e quella ecologica.

Come verranno restituiti i fondi. Le obbligazioni saranno ripagate tra il 2028 e il 2058 con entrate proprie del bilancio europeo. Questo aspetto è molto importante per due motivi: da una parte viene affermato un principio di solidarietà (i Paesi ottengono risorse in base alle proprie esigenze ma queste vengono restituite a valere sul bilancio), dall'altra si rafforza la politica fiscale comune, pur se nell'ambito di uno strumento temporaneo. Tra le entrate prese in considerazione ci sono anche tasse sulle emissioni e sui colossi del web.

Che effetto potrà avere. Secondo stime che la stessa Commissione ritiene prudenti, il nuovo strumento dovrebbe avere un effetto permanente aggiuntivo sul Pil dell'1,75% nel 2021 e nel 2022. L'impatto è destinato a ad arrivare al 2,25% per il 2024.
 

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