Nell'orto dell'Università di Perugia germogliano le piantine sopravvissute alla bomba atomica

Le piantine "anti atomiche" nate a Perugia
di Federico Fabrizi
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Martedì 26 Maggio 2020, 18:45 - Ultimo aggiornamento: 18:48
PERUGIA - Una piantina speciale, quella germogliata nell'orto botanico dell'Università di Perugia. In tempi di sfida al Covid, la piantina ha molto da insegnare sulla resistenza alle avversità, si tratta infatti di Hibaku jumoku (letteralmente alberi bombardati dall’atomica): sono quelli sopravissuti ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, cioè ad un calore che, a due chilometri dall’epicentro, è stato quantificato pari a 40 volte quello emesso dal sole, in tutto 160 appartenenti a 30 specie diverse.
L’orto botanico di Perugia è stato recentemente contattato da Antonio Brunori, segretario generale della sezione italiana del Programme for the Endorsement of Forest Certification (PEFC), l'associazione internazionale che promuove la gestione sostenibile delle foreste e da Tiziana Volta dell'Associazione "Mondo senza guerra e senza violenza-Biodiversità Nonviolenta" di Brescia, per effettuare la propagazione dei semi di alcuni Hibaku jumoku.
I ricercatori hanno fatto la semina e le piantine hanno mostrato una lodevole vitalità: sono nati per ora 40 esemplari: 27 dell’albero Aphananthe aspera, chiamato “Muku” in Giappone, e 13 del più famoso fossile vivente del mondo vegetale: il Ginkgo biloba.
Tra le piante sopravvissute a Nagasaki c’è la pianta madre da cui è stato ottenuto il primo albero discendente dagli Hibaku jumoku arrivato a Perugia: un Cachi – Diospiro (Dyospiros kaki) che è stato piantato nella primavera del 2017 dal Green Team del DSA3 dell’Università nell’orto sociale di San Pietro, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Perugia 3 e alla presenza dell’arboricoltore Masayuki Ebinuma, fondatore di Kaki Tree Project. 
A giugno, inoltre, verrà messo a dimora un Ginkgo nella biblioteca comunale San Matteo degli Armeni di Perugia, luogo celebre per i temi della nonviolenza, educazione alla pace, dei diritti umani, del dialogo interculturale e interreligioso: evento sarà  caratterizzato per dare un messaggio di ripartenza e di resilienza.
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