Governo verso l'election day il 20 settembre. Le Regioni: «È una data assurda»

Governo verso l'election day il 20 settembre. Le Regioni: «È una data assurda»
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Martedì 26 Maggio 2020, 15:34 - Ultimo aggiornamento: 19:01

Si va verso l'election day il 20 settembre. È quanto emerge, a quanto si apprende, dalla riunione a Palazzo Chigi tra il premier Giuseppe Conte con i capi delegazione di maggioranza, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese e il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia. Stessa data, quindi, per le regionali ma anche per indire le comunali e il referendum sul taglio dei parlamentari.

Regionali e referendum, ipotesi election day il 6 o 13 settembre. Zaia, De Luca, Emiliano e Toti per la riconferma


Le Regioni però sono sul piede di guerra. Per il cosiddetto election day quella del «20 settembre è una data assurda», nel senso che non c'è «nessun accordo tra Governo e Regioni»: lo affermano in una nota il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e il vicepresidente Giovanni Toti.

«Leggiamo le dichiarazioni del rappresentante del Governo che parla di accordo tra esecutivo e Regioni sulla data del voto il 20 settembre, ma in realtà - avvertono Bonaccini e Toti - non c'è stato alcun accordo formale. Cinque delle sei Regioni chiamate alle urne avevano indicato ufficialmente altre date: il 26 luglio, il 6 settembre o al massimo il 13 settembre». Quindi, aggiungono, «il 20 settembre è una data che non era ricompresa tra quelle indicate, che peraltro impedisce la riapertura di un anno scolastico, già di per sé molto difficile. Inoltre si tratta di una data a ridosso di ottobre, mese nel quale, stando alle relazioni del Comitato tecnico-scientifico del Governo, potrebbe riproporsi il Covid». La data del 20 settembre, osservano ancora Bonaccini e Toti, «cade ben quattro mesi dopo la scadenza naturale delle legislature regionali», così «mentre i cittadini stanno ormai tornando a una vita normale, agli stessi viene impedito per quattro mesi di votare. La decisione del Governo va contro ogni pronunciamento delle Regioni su una loro specifica competenza. Chiediamo una riunione urgente della Conferenza Stato-Regioni per ripristinare un leale dialogo tra le istituzioni su un tema così delicato», concludono il presidente e il vicepresidente della Conferenza delle Regioni.



 

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