Latina, giustizia ferma, gli avvocati: «Così si uccide un’intera categoria». Venerdì il flash mob

Latina, giustizia ferma, gli avvocati: «Così si uccide un’intera categoria». Venerdì il flash mob
di Elena Ganelli
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Martedì 26 Maggio 2020, 08:55 - Ultimo aggiornamento: 08:59
«La giustizia è completamente ferma, così si sta uccidendo un’intera categoria: siamo gli unici, oltre alla scuola, a non essere ripartiti e così rischiamo di non riprendere l’attività neppure a settembre». Il commissario straordinario dell’Ordine degli avvocati di Latina Giacomo Mignano non usa metafore per raccontare cosa sta succedendo al settore giustizia nel capoluogo pontino, con gli avvocati bloccati ormai da quasi tre mesi e i continui rinvii che stanno facendo crescere a dismisura la mole dei fascicoli da affrontare in tutti i settori. Una situazione difficile tanto che venerdì mattina a mezzogiorno anche a Latina, come nel resto d’Italia, gli avvocati saranno protagonisti di un flash mob in piazza Buozzi e simbolicamente riconsegneranno i Codici di procedura civile e penale, un gesto che rappresenta «un grido di dolore contro la giustizia sospesa».

Dall’11 maggio infatti si è concluso formalmente il periodo di sospensione per la maggior parte delle attività mentre nei Palazzi di giustizia si celebrano soltanto le udienze urgenti e con rigide regole per contingentare gli ingressi nelle aule, per il resto si ricorre al processo da remoto quindi in effetti è come se ci si fosse fermati alla fase 1. E per un distretto giudiziario come quello di Latina – da decenni in affanno e con un arretrato record – lo stop prolungando equivale quasi ad una dichiarazione di morte. «Nelle ultime settimane – spiega Mignano – si sta svolgendo qualche udienza nel settore penale ma soltanto quelle urgenti. Ciò significa che saltano oltre il 90% dei processi, molti dei quali si avviano a prescrizione. Nel civile si celebra il 10-15% utilizzando gli strumenti telematici perché si tratta del deposito di atti ma la verità e che il sistema non regge e che ci vorranno tre anni per smaltire ciò che si è accumulato».

FASCICOLI RECORD
Se lasciamo parlare i numeri in questo periodo di lockdown nel settore lavoro – dove non si stanno celebrando udienze - sono state iscritte circa 1900 nuove cause, complessivamente i fascicoli che si sono accumulati sono circa 6mila. Per non parlare del giudice di pace dove i rinvii, sia per il civile che per il penale, vengono fissati a novembre, dicembre e anche a gennaio 2021. Anche perché il processo telematico è strumento utilizzabile solo in alcuni casi, pochissimi per la verità e lo smart working non si può utilizzare non avendo cancellieri e dipendenti che lavorano da casa il collegamento remoto con il sistema telematico del Tribunale.

LA RICHIESTA
«La categoria degli avvocati, che già prima del Covid non viveva un momento facile – sottolinea Mignano – è in profonda crisi e non soltanto quella. Perché c’è anche tutto l’indotto: consulenti, periti, ingegneri, commercialisti, medici. In Tribunale quotidianamente, in tempi normali, circolano circa 700 persone che allo stato attuale non stanno lavorando. Ci sono 2mila persone ferme e soprattutto mancano tempi certi per la ripresa dell’attività che potrebbe non ripartire neppure a settembre». Una prospettiva drammatica per gli avvocati che con la manifestazione di venerdì intendono chiedere che venga ampliato il numero delle udienze in presenza.
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