Viterbesi nelle altre regioni, per la Toscana c'è l'okay. L'Umbria? I sindaci scrivono al prefetto

Il vicesindaco di Montalto Luca Benni e il sindaco di Capalbio Settimio Bianciardi
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Martedì 26 Maggio 2020, 07:20 - Ultimo aggiornamento: 10:27
La data chiave è il 3 giugno. All’indomani della Festa della Repubblica, sarà consentito – almeno queste le intenzioni espresse sinora dal Governo – mettere piede in regioni diverse da quelle di residenza o domicilio. Salvo, certo, un aumento dei contagi che farebbe slittare la riapertura dei confini ancora più in là. Ma molti cittadini, anche nel Viterbese, fremono perché queste barriere vengano abbattute ancora prima.

Il problema è che molti abitanti dei paesi che confinano con la Toscana o l’Umbria hanno parenti stretti, i famigerati “congiunti”, che vivono anche a pochi chilometri di distanza ma in un’altra regione. Per cui da quasi tre mesi tra di loro solo abbracci virtuali. Ma anche pressioni continue sui rispettivi sindaci perché intervengano.

Il primo nella Tuscia a cogliere l’occasione rappresentata dall’ordinanza della Regione Toscana (consente gli spostamenti tra comuni confinanti, previa comunicazione congiunta da parte dei sindaci confinanti ai prefetti), è stato uno dei paesi di confine per antonomasia: Acquapendente. Il primo cittadino Angelo Ghinassi ha seguito l’iter previsto e così dal 22 maggio gli aquesiani possono andare a Sorano e a San Casciano dei Bagni. Lo stesso ha fatto Proceno. Da ieri, inoltre, è operativo l’accordo tra Montalto di Castro e Capalbio.

Più difficile da superare è il confine con l’Umbria: lo spostamento è subordinato ad “analoga ordinanza da parte del presidente della Regione confinante”, ma il Lazio non ha ancora provveduto in merito. Diversi sindaci della Teverina hanno contattato il prefetto Giovanni Bruno affinché autorizzi il passaggio. Leonardo Zannini, sindaco di Castiglione, ha chiesto la concessione del nulla osta per raggiungere i congiunti in Umbria entro un raggio massimo di 10 chilometri (nello specifico, per i comuni di Porano, Baschi, Montecchio, Guardea, Alviano).

Lo stesso ha fatto l’omologo di Lubriano, Valentino Gasparri, e quello di Graffignano, Pietro Rossi, che dichiara: “Molti nostri cittadini hanno parenti stretti ad Alviano, Attigliano e Lugnano in Teverina e, giustamente, vogliono rivederli. Ho chiamato il prefetto: da lui, massima disponibilità”. Sempre nella zona, anche Luca Profili, primo cittadino di Bagnoregio, ha inviato la richiesta a Bruno: “Diversi bagnoresi hanno legami familiari con Orvieto. Speriamo che la situazione si sblocchi al più presto”.

Tra i firmatari della proposta c’è ancora Acquapendente . “Ma senza il sì espresso della Prefettura, mancando l’ordinanza della Regione Lazio non si potrà autorizzare, come invece fatto per la Toscana”, conclude Ghinassi.

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