Un anno fa la morte di Luciano Marinelli, un museo del basket per ricordarlo

L'Ab Latina nel 1975. Marinelli (seduto, ultimo in basso a destra) portò la squadra dalla D alla B
di Stefano Urgera
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Lunedì 25 Maggio 2020, 06:15

Luciano Marinelli, alfiere della cultura pontina, tra passato e futuro. Un anno fa ci lasciava all’età di 82 anni un personaggio che nell’ultimo mezzo secolo ha caratterizzato le dottrine musicali e sportive di Latina. Avvocato di levatura, grande appassionato di Jazz e uomo di spicco nella pallacanestro, che grazie a lui s’elevò in cinque anni dall’anonimato alla ribalta nazionale. 

GLI INIZI

La sua impresa fu costruire, con tutti giovani locali, un team in grado di salire dal campionato di base (la Promozione) vinto nel 1969, fino alla serie B, terza serie italiana, conquistata nel 1975. Con Angelo Muzio condivideva la passione del basket e del jazz, e in tanti anni (insieme e a volte anche rivali) contribuirono alla crescita di queste due discipline a Latina. Il giovane Marinelli inziò a giocare a metà degli anni ‘50. Italo Folino, nel sito basketlatina1950.it raccontando la storia di quel periodo, conclude: «Negli anni successivi al 1956, gradualmente la squadra cambiò. In molti smettemmo di giocare, chiamati anche dagli impegni della vita, ma il basket pontino continuò soprattutto per merito di Luciano Marinelli: dette impulso al rinnovamento della compagine con altri giovani giocatori». Nel 1968, ecco l’Ab Latina: «Angelo Muzio allenava la prima squadra, io mi occupavo delle giovanili - raccontava Marinelli due anni fa, in occasione dei 50 anni dell’Ab - il primo anno giocammo in Promozione: tutti nostri ragazzi e due americani della Nato di Gaeta. Poi ingaggiamo un paio di giocatori capitolini, ma capimmo che per salire in alto dovevamo puntare solo sui nostri ragazzi. Avevamo un ottima leva 1952, 53 e 54. Su quella costruimmo i nostri successi». 

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I NOMI

Carboni, Pennacchia, Baglio, Mausoli, Odone, Giulio Anesa, Mancini, Ban, Galeazzi, Zagni, Berton, Cocco, Moliterno fino ai giovanissimi Nicola Bianchini, Fabris, Paolo Anesa, Costanti e Ceretta furono tutti da lui plasmati. Su queste figure il basket pontino costruì la sua leggenda, fino alle vittorie degli anni ‘90 con Sicma Sud, Dupré, Virtus e Cosmos. 
Nel 2015 in una goliardica sfida al Torneo Tosarello, Marinelli guidò la selezione “Old Star” Latina composta tutta da cestisti del passato da lui forgiati, battendo una rappresentativa di Roma allenata da Valerio Bianchini. 

LE IPOTESI

Altrettanto memorabile il suo impegno nel mondo della musica. Il Latina Jazz Club è una sua creatura che da più di 20 anni mette in mostra i talenti della città e della provincia. 
Il figlio Piergiorgio, avvocato pure lui, sta portando avanti il Jazz Club, ma vorrebbe coinvolgere anche il mondo sportivo: «Circolano centinaia di foto e video riguardo l’epopea della pallacanestro pontina - sottolinea Marinelli junior - sarebbe bello allestire un museo del basket a Latina per non perdere questa memoria storica. Altra idea: realizzare un documentario con immagini e interviste ai protagonisti di questa lunga avventura». Le idee ci sono, i ricordi sono indelebili, ma per realizzare libri, film o mostre servono anche le risorse economiche.
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