Ma dove porterete a spasso in visitatori? «Il tour farà tappa nei luoghi principali della zona del Portico d’Ottavia, l’ex ghetto degli ebrei, il più antico in Europa dopo quello di Venezia - spiega Fulvio De Bonis - La passeggiata partirà dalla Fontana delle Tartarughe di piazza Mattei, da lì si percorrerà via della Reginella camminando virtualmente nell’area compresa tra il teatro romano di Marcello e il Tempio Maggiore. Mostreremo le stratificazioni della storia, faremo vedere il punto in cui Papa Carafa nel 1555 innalzò il muro del ghetto, racconteremo l’episodio più buio della nostra storia, la razzia degli ebrei di Roma il 16 ottobre del ‘43. Poi attraversando Ponte Fabricio raggiungeremo l’Isola Tiberina e qui verrà narrata la storia del Tempio Romano di Esculapio, il dio della Medicina che ridava vita ai morti. L’idea è quella di raccontare con eventi storici e aneddoti come si presentava la zona nel 1500. Chiuderemo il tour al tramonto, con la luce più bella E’ la prima iniziativa di questo genere, ma si potrà riproporre in altre zone della città. Naturalmente il nostro scopo finale è quello di incoraggiare le persone a uscire e a guardare tutto dal vero».
Ma intanto questa passeggiata virtuale può essere d’aiuto.
Il tour digitale è infatti un evento charity rivolto a sostenere l’Istituto Europeo di Oncologia e il Centro Cardiologico Monzino che stanno compiendo sforzi straordinari nella lotta contro le malattie oncologiche e cardiologiche che continuano a colpire un numero importante di persone anche in questi giorni. L’Istituto Europeo di Oncologia sta inoltre sviluppando un progetto di ricerca scientifica: i ricercatori hanno messo a punto un test sierologico per la ricerca di anticorpi anti Sars-CoV-2. Le domande cui si vuole dare una risposta sono: quanto è protetto chi è già guarito da coronavirus e quante probabilità ha di reinfettarsi? I risultati della ricerca saranno messi a disposizione di tutta la comunità scientifica e delle istituzioni in una logica open source. L’obiettivo finale è che il progetto possa diventare un modello di riferimento nell’ambito della comunità scientifica che induca altri laboratori di ricerca ad attivarsi, affiancandosi al lavoro delle istituzioni sanitarie pubbliche.
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