Cris Miglietta, il dramma dell'ex calciatore della Ternana: «Contagiata tutta la mia famiglia»

Cris Miglietta, il dramma dell'ex rossoverde: «Contagiata tutta la mia famiglia»
di Lorenzo Pulcioni
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Domenica 24 Maggio 2020, 08:33 - Ultimo aggiornamento: 15:36
«Ho contribuito ad alzare il numero di casi positivi in città» scherza Cris Miglietta. Il peggio è passato per l’ex giocatore della Ternana, protagonista della promozione in Serie B con Mimmo Toscano e rimasto legato a Terni dove vive con la famiglia e continua a divertirsi in campo con la maglia del Ferentillo Valnerina. Almeno fino all’arrivo del Coronavirus che Cris, insieme a moglie e figlie, ha dovuto affrontare e sconfiggere, proprio come un avversario sul rettangolo verde.

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A vedersela brutta, in realtà, è stata anche Chicca, la gattina di famiglia di appena cinque mesi, che proprio mentre erano tutti in isolamento ha pensato di scappare, costringendo Miglietta a chiedere l’intervento della Protezione Civile: «Siamo rimasti chiusi in casa dal 2 al 29 aprile - racconta l’ex calciatore delle Fere - e durante quel periodo la nostra gattina ha pensato bene di farsi un giretto, uscendo in strada da una fessura tra le scale del palazzo in cui abitiamo. Non potendo uscire abbiamo dovuto chiamare i ragazzi della Protezione Civile che sono stati bravissimi». Nel giro di poche ore Chicca è tornata a casa, per la gioia soprattutto della signora Katia e delle bimbe: «Loro erano disperate, ma anche io ero preoccupato. Inizialmente non ero propenso ad avere un gatto in casa. Però poi sai com’è, alla fine ti ci affezioni».

Decisamente più lunga è stata la lotta contro il Coronavirus: «La prima ad avvertire i sintomi in famiglia è stata mia moglie - racconta Cris - aveva qualche linea di febbre e siccome io per lavoro ero stato a contatto con una persona che poi è risultata positiva, abbiamo comunicato il tutto alle autorità sanitarie che ci hanno detto di rimanere in quarantena. Il giorno dopo sono venuti a farci il tampone e siamo risultati tutti positivi, sia io che mia moglie e le due bambine. Katia è stata male 4-5 giorni tanto da non riuscire ad alzarsi, io ho avuto per un paio di giorni bruciore agli occhi e al naso, le bambine invece non hanno avuto praticamente alcun sintomo. Siamo rimasti tutti chiusi in casa per 26 giorni e devo dire che Asl e Comune hanno pensato a tutto, dalla spesa e la consegna dei medicinali a casa fino al ritiro della spazzatura. Quando poi abbiamo fatto il doppio tampone che è risultato negativo, l’ordinanza del Comune ci ha riportato alla normalità».

Giornate lunghe per la famiglia Miglietta, con le bimbe impegnate con le lezioni di scuola a distanza e Cris costretto a mettersi ai fornelli: «Ho cucinato volentieri quando mia moglie era a letto. Per il resto abbiamo visto film, serie tv, ho fatto un sacco di chiamate e letto libri, la maggior parte di sport». In tv da una settimana c’è anche la Bundesliga: «Il calcio è gioia, non si può vedere la paura di esultare dopo un gol. Lo stadio vuoto non è calcio, è sofferenza e angoscia. Capisco che la Serie A debba ricominciare per un discorso economico, sono il primo a volerlo perchè mi piace vedere partite di ogni categoria. Però non trovo giusto che in Lega Pro siano solo le società più virtuose e forti economicamente a poter fare i playoff». Nei dilettanti invece c’è stato lo stop: «Ho avuto il Coronavirus e come me tanti calciatori che per fortuna sono tutti guariti. Io dico che bisogna ricominciare a giocare, facendo tamponi tutte le settimane e se qualcuno è positivo si ferma. Il problema è che nessuno prende le decisioni» conclude.

 
 
 
 
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