Geotermia intorno al lago, il vulcanologo: «Rischio di terremoti indotti»

L'impianto geotermico Enel a Latera
2 Minuti di Lettura
Domenica 24 Maggio 2020, 07:55
«Realizzare impianti geotermici lì comporterebbe rischi sismici oltre a danni ambientali, ad esempio a carico della falde idropotabili”. Giuseppe Mastrolorenzo è un vulcanologo dell’osservatorio vesuviano, sezione di Napoli dell’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che da anni a titolo personale studia e si batte contro la realizzazione di questi progetti. Lo ha fatto per i Campi Flegrei, nel golfo di Pozzuoli, dove le domande sono state rigettate e ritirate. E lo sta facendo per l’area che da Siena arriva al lago di Bolsena, unico ambito geologico.

Intorno al bacino lacuale, si registrano 60 richieste depositate per simili installazioni. Per tre, le procedure sono in stato più avanzato: a Castel Giorgio, un progetto è stato già autorizzato dal ministero dello Sviluppo economico; per un secondo a Torre Alfina, frazione di Acquapendente, e distante appena a 500 metri dal primo, la presidenza del Consiglio dei ministri ha detto no, l’azienda ha presentato e vinto ricorso al Tar, ma i sindaci si sono rivolti al Consiglio di Stato. Infine, a Latera è partita la conferenza dei servizi per ottenere la Via, valutazione di impatto ambientale. Proprio questa zona tra fine aprile e maggio è stata oggetto di un’ottantina di scosse, uno sciamo sismico che ha elevato al massimo la preoccupazione già presente tra gli abitanti e gli amministratori. Ben 31 sindaci a cavallo tra Lazio e Umbria hanno scritto a Governo, Regione e Protezione civile per chiedere di fermare tutto.

E Mastrolorenzo è dalla loro parte. «Ho elaborato  delle osservazioni per la Regione Toscana e che valgono anche per Bolsena. Dobbiamo considerare – spiega l’esperto - che dal Senese al Viterbese parliamo di un’unica area sismica stretta tra il Tirreno e l’Appennino, dove avvengono terremoti naturali con faglie attive a diverse profondità. Scosse dovute a una continua distensione del bacino che è sempre in trazione”. Storicamente, si sono verificati terremoti fino a 6 gradi, come quello del 1695 a est di Bolsena. “A livello di intensità, cioè di danni, sulla scala Mcs, ovvero Mercalli-Cancani-Sieberg, sono arrivati fino al nono grado e oltre. La presenza di tanti centri storici significa che i pericoli per la popolazione sono maggiori», continua.

I pericoli degli impianti geotermici? «Anticipare terremoti che si sarebbero comunque verificati più in là nel tempo, innescando – sostiene il vulcanologo - le faglie già attive. Poi, ci sono quelli indotti, ovvero le scosse che si genererebbero al livello locale in conseguenza delle trivellazioni profonde alcuni chilometri, oltre che dell’estrazione e immissione di fluidi nel sottosuolo. E inoltre esiste il serio rischio che il fluido geotermico risalga direttamente nel lago, con un inquinamento tale da compromettere in maniera irreversibile i bacini idroprotabili. La verità – conclude - è che il sottosuolo è molto più complesso di quello che sostengono le imprese interessate».
© RIPRODUZIONE RISERVATA