A sottolinearlo sono gli stessi Comitati, a fronte della decisione della Corte di Cassazione che ga deciso che il tribunale del riesame dovrà rivalutare il sequestro di poco più di un milione di euro di beni personali degli imputati. Lo stesso Riesame non avrebbe valutato la capienza patrimoniale della società.
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«Questa decisione – scrivono i Comitati – dimostra che il processo è tutt’altro che definito. Anzi siamo solo all’inizio. Paradossalmente potrebbe ancora intervenire la prescrizione e i titolari potrebbero tornare in possesso dell’azienda. Per questo chiediamo a gran voce che non si investa su alcun tipo di sviluppo di questo stabilimento. Ci risulta davvero paradossale che l’amministrazione giudiziaria abbia deciso di chiedere, ottenendolo, un finanziamento che dovrà essere restituito in 15 anni del valore di un milione e 750 mila euro. La situazione - proseguono i cittadini – non è definita e non possiamo rischiare che il vecchio proprietario si ritrovi a capo di un’azienda perfino rinnovata».
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I comitati rivolgono un nuovo appello al sindaco di Pontinia, nonché presidente della Provincia Carlo Medici. «Ha la possibilità di emettere ordinanze che obbligano alla bonifica e anche la possibilità di emettere sanzioni fino a 40 mila euro. E’ vero sono azioni non risolutorie ma sarebbe una presa di posizione forte di cui ad oggi non si ha traccia. Non è bastato un sequestro per far tornare tutto alla normalità, non è questo il momento di abbassare la guardia. Noi siamo in stato di allerta permanente ma speriamo che anche le istituzioni facciano la propria parte».
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