Gli alberghi sono vuoti:
«La situazione è drammatica»

Gli alberghi sono vuoti: «La situazione è drammatica»
di Aurora Provantini
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Venerdì 22 Maggio 2020, 14:20 - Ultimo aggiornamento: 14:23
Per gli alberghi non si può ancora parlare di ripartenza. «Anzitutto nel decreto 11 marzo in cui il Governo chiude tutto al di fuori delle attività di prima necessita come supermercati e farmacie, viene lasciata agli hotel la possibilità di continuare a lavorare. Solo che vietando gli spostamenti tra regioni, arrivano le prime disdette a fine febbraio. Noi siamo restati aperti, ma molti hanno deciso di abbassare le saracinesche. «Elisabetta Ruozi Beretta, proprietaria dell’Hotel Garden in via Bramante, chiarisce che non sono mai arrivate indicazioni a chiudere da parte del premier Conte, e conferma che il sistema degli alberghi sta attraversando il periodo peggiore della storia, tanto che molti decidono di fermarsi. «Ripeto, noi ci siamo rimboccati le maniche e siamo andati avanti, perché gli operatori di categorie considerate essenziali dovevano pur alloggiare da qualche parte, ma vendendo una media di sei camere al giorno dal lunedì al giovedì».
Ora il nuovo decreto parla di riaperture, perché si presume che chi è restato chiuso durante il lockdown, possa tentare la ripartenza dal momento che saranno consentiti gli spostamenti tra regioni dal 3 giugno. TERNI «Paradossalmente però - dichiara Ruozi - questa settimana le prenotazioni sono calate ancora. Il fatto è che non si possono fare previsioni, infatti anziché richieste di vendita, riceviamo disdette di camere bloccate a inizio stagione per eventi che sono stati rinviati». Come vice presidente di Federalberghi, Ruozi afferma: «Come categoria non siamo soddisfatti dell’emissione dei buonus vacanza da parte del Governo, che non sono un aiuto a noi, ma anzi ci obbligano ad anticipare per conto dello Stato le finanze messe a disposizione delle famiglie».
Il presidente di Federalberghi Terni Stefano Martucci parla di «situazione drammatica aggravata dalla inadeguatezza delle misure messe in campo a livello nazionale per fronteggiare una crisi che rischia di falcidiare decine e decine di imprese». «Occorrono risorse a fondo perduto – replica Martucci - rispetto ai provvedimenti del Governo molto meglio è il bando Re-Start della Regione Umbria. Un’altra criticità con la quale dobbiamo fare i conti è legata ai protocolli. Stiamo premendo a livello regionale perché intervengano correttivi, ad esempio per quanto riguarda il divieto dei buffet e l’uso delle piscine».
Giunio Marcangeli, proprietario sia del Millennium che del Michelangelo Palace, ne lascia aperto solo uno: «Ho tenuto in piedi la struttura più piccola, perché è quella che ha minori costi di gestione, e nemmeno io ho venduto più di sei camere al giorno. Per ora non riaprirò il Michelangelo, perché non si muove niente». Per quanto riguarda l’annullamento della rata dell’Imu di giugno Marcangeli sostiene che si tratta di uno di quegli interventi a sostegno della categoria che funziona: «per me significa non fare uscire 36 mila euro». Alessandra Guagliozzi dell’Hotel Miralago di Piediluco comincia a registrate chiamate. «Abbiamo chiuso a inizio marzo - dice Guagliozzi - quando la nazionale rumena di canottaggio ha lasciato la struttura. Adesso tentiamo la riapertura seguendo i protocolli, ma c’è ancora tanta incertezza. Sulla proibizione del buffet per la prima colazione credo che si possano avanzare proposte diverse, come schermature che permettano di usufruirne in sicurezza».
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