Pescara, palpeggia due ragazze: condannato il maniaco

Il tribunale di Pescara
di Stefano Buda
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Venerdì 22 Maggio 2020, 09:22
Condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione il giovane che, nella primavera dello scorso anno, si rese responsabile di due distinte aggressioni a sfondo sessuale avvenute a Pescara. La sentenza emessa ieri mattina dal gup Nicola Colantonio tiene conto dello sconto di un terzo della pena previsto per il ricorso al rito abbreviato. Il molestatore, assistito dall’avvocato Gianna Giannini dello studio De Marco, è D.M. 22 anni, con trascorsi familiari particolarmente difficili. Il ragazzo infatti era stato adottato, per poi essere successivamente allontanato dai genitori che lo avevano accolto. Un background drammatico e turbolento, che tuttavia non può giustificare i crimini commessi.

La prima aggressione risale al 20 aprile del 2019. Alle 2 di notte una ragazza di 24 anni sta rientrando a casa in un condominio di via Tasso. D.M., approfittando del portone aperto, si introduce nell’androne del palazzo e segue la sua preda all’interno dell’ascensore. Prova a prendere confidenza con la ragazza con frasi di circostanza e poi, all’improvviso, le alza la gonna e cerca di toccarla nelle parti intime. La ragazza oppone resistenza e l’aggressore è costretto a desistere. Prima di darsi alla fuga, però, D.M. prova a strappare una catenina dal collo della ragazza, che si divincola e lo allontana, impedendogli di appropriarsene.

Il 31 maggio tornano ad affiorare impulsi malsani nella testa del giovane, che questa volta colpisce in pieno giorno. Sono più o meno le 17 del pomeriggio quando D.M. entra in un negozio di via Raffaello. Si rivolge alla titolare, spiegandole di essere intenzionato ad acquistare un paio di scarpe. Ne sceglie un modello e chiede alla donna di incartargliele. Subito dopo, di scatto, si avventa sulla vittima e le palpa le parti intime. La donna, 53 anni, reagisce con veemenza e costringe l’aggressore a scappare. Nella concitazione del momento, però, il ragazzo perde il suo giubbotto, all’interno del quale la polizia trova due scontrini fiscali, che contribuiscono a mettere gli agenti sulle sue tracce.
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